Missioni Consolata - Maggio 2015
MAGGIO 2015 MC 21 zambico ero con padre Prandelli, 28 anni, una specie di genio, molto impegnato dalla parte degli africani». Anche Prandelli deve rientrare, ma incontra una mina sul suo cammino: «Questa morte mi ha segnato per la vita». Dopo nove anni in Italia come for- matore, Franco torna in Mozam- bico. Il contesto politico e sociale è totalmente cambiato. Siamo in piena guerra civile. È l’esperienza più dura che foggia il missionario nel fisico e nello spirito. «Fui desti- nato nel Niassa (Nord del Mozam- bico, ndr ). Andavo in bicicletta da una comunità all’altra. Ogni due - tre giorni c’era un attacco armato con molti morti. E io seppellivo ca- daveri. Quindi è arrivato padre Giuseppe Frizzi, e abbiamo fatto una bella comunità tra Maúa, Marrupa, Maiaca, Nipepe. Poi mi hanno eletto superiore regionale a Maputo e lo sono stato per sei anni. Eravamo in tempo di guerra, tempi difficili». All’inizio degli anni 2000 padre Franco viene richiamato in Italia, dove è eletto superiore regionale (2002-2008), fino all’ultima ripar- tenza. Missione di frontiera «A Tete ci siamo resi conto che nelle zone di Maravia e Zumbo (località all’estremo Ovest, alla frontiera con Zambia e Zimbabwe, ndr ) era senza sacerdoti da de- cenni». Proprio a Zumbo i missionari della Consolata avevano iniziato in Mo- zambico, nel lontano 1926. «È una zona molto isolata, a 550 Km da Tete e le strade sono pessime. Nel frattempo l’Istituto stava pas- sando ai diocesani le missioni di Mecanhelas e Massinga, pote- vamo quindi investire nuove ener- gie. Coinvolsi anche il superiore generale, padre Stefano Camer- lengo, che fece una visita fino a Zumbo. “Qui sareste troppo lon- tani da tutto” ci disse. Per questo motivo si scelse Fingoè, a metà strada». Così inizia la realizzazione del sogno di «aprire» o «riaprire» 1968, all’età di 30 anni parte per la prima volta in missione: desti- nazione Mozambico. «Era ancora il tempo coloniale, ma si prepa- rava l’indipendenza. C’erano molte tensioni sociali e anche ec- clesiali. Eravamo all’indomani del Concilio Vaticano II, e anche se noi giovani missionari avevamo una formazione pre-conciliare, ne sentivamo gli echi. In particolare non accettavamo l’impostazione ecclesiale che c’era. I padri Bian- chi vennero via per protesta. An- che noi eravamo nel movimento». Ma dopo appena due anni, padre Franco è richiamato in Italia e lui chiede di stare di più. Gli conce- dono ancora un anno. «In Mo- • Missione | Spiritualità | Avventura • MC ARTICOLI
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