Missioni Consolata - Maggio 2015

MOZAMBICO di MARCO BELLO foto di FRANCO GIODA 20 MC MAGGIO 2015 L o incontro nel corridoio della redazione. È un po’ dima- grito, quasi «rimpicciolito». Ma il suo viso è radioso. Per poco non lo riconosco. «Sono pa- dre Franco». Franco Gioda ha 76 anni e quattro anni fa è «ri-partito» per il Mo- zambico, paese nel quale ha pas- sato tutta la sua storia missiona- ria. «Ho fatto un po’ di tutto» spiega. Nel 2010 era a Martina Franca, dopo aver servito sei anni come superiore Regionale in Ita- lia: «Ma sentivo che dovevo an- cora andare in Africa. Ho scritto ai superiori la mia disponibilità, chie- dendo loro: posso ancora lavorare in missione? Mi hanno detto di sì. Sono andato a Maputo, come re- sponsabile della comunità. Poi è INCONTRO CON PADRE FRANCO GIODA IN MEZZO A LORO HO SENTITO DIO diventato vescovo Ignazio Saure, un giovane (mozambicano, ndr ) che io avevo seguito nel suo cam- mino per entrare nell’Istituto. E il superiore mi ha detto: vai a fare comunità con lui». Così Franco si ritrova a Tete, capi- tale dell’omonima provincia, lembo di terra che si incunea tra Zimbabwe e Malawi, fino allo Zambia. «Perché i portoghesi (co- lonizzatori, ndr ) volevano colle- garsi all’Angola, e fare un passag- gio tra i due oceani, ma gli inglesi glielo hanno impedito» spiega il missionario. Prima missione Ma facciamo un passo indietro. Ordinato nel 1963 padre Gioda serve alcuni anni in Italia. Nel Una vita spesa tra Italia e Mozambico. Una quotidianità di riflessione profonda e lavoro sul campo. Senza mai sottrarsi alle responsabilità. Un dialogo costante con Dio e con lo Spirito. Questo è padre Franco Gioda, «giovane» missionario. # Da qui accanto verso destra : padre Franco Gioda con gli animatori di una comunità. | La cappella «essen- ziale» della comunità di Malowera. | Padre Franco si intrattiene con dei bimbi e le loro mamme.

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