Missioni Consolata - Maggio 2015

La Cooperativa cresce, resistendo tenacemente alle difficoltà finan- ziarie, agli ostacoli frapposti senza sosta da una burocrazia ottusa e nefasta (un solo esempio: la pasta integrale sarà addirittura seque- strata per diciassette anni dallo stato perché non ancora prevista nella nostra normativa). Grazie alla qualità delle sue produzioni e alla sua abilità nel mettere in piedi l’intera filiera, si farà conoscere in Italia e all’estero, diventerà l’a- vamposto di un settore, quello biologico, all’epoca di fatto inesi- stente e che oggi conta in tutta Italia 50mila aziende, è praticata su un milione di ettari, cresce del 17% l’anno, per un fatturato di 3 miliardi di euro (55 nel mondo in- tero). Nel maggio 1978, il sindaco Gino organizza nel suo paesino il primo corso nazionale di agricoltura bio- logica. Oggi, sulle colline intorno a Isola del Piano si contano 25 aziende biologiche, simbolo della volontà di un territorio di tornare a essere padrone del suo destino. Una porta aperta Ma non basta. Rivalutare il mondo contadino e i suoi valori è un’avventura che richiede compa- gni di viaggio anche nei territori della cultura e della scienza, al- leanze con gli intellettuali, a livello nazionale e internazionale. Mon- tebello diventa così un luogo di in- contri e di scambi di altissimo li- vello, sede di eventi che faranno epoca e che toccano i grandi temi della vita e della spiritualità, fre- quentata da filosofi e scrittori del calibro di Guido Ceronetti, Sergio Quinzio, Massimo Cacciari, Alex Langer, Ivan Illich, Vittorio Mes- sori. Non solo: sarà una «porta aperta», un punto di accoglienza calorosa per chiunque pratichi la ricerca spirituale, sulle rotte della natura e dello spirito. Guardando il mondo dalla cima del suo monte, raccolto nel silen- zio del suo studiolo monacale, cir- condato dai suoi libri, migliaia, di storia, archeologia, spiritualità, Gino scrive: «Mi sento un cane Energia spirituale La spinta e l’energia per questa ti- tanica impresa Gino la trova dun- que nella terra: «Nelle piante vedo veramente il soffio di Dio» scrive. Ma anche nelle scritture: ogni giorno si ritaglia qualche ora per la lettura della Bibbia. «La fede e la vita non sono separate - dirà -, tu dimostri di aver fede se- condo la vita che fai». L’inizio della sua nuova vita, di quella della sua comunità, Gino lo trova non a caso tra i ruderi di Montebello, che comincia a re- staurare e che nel 1976 diventerà la sua casa, dove andrà a vivere, in un’unica stanza abitabile, senza acqua né luce, con la moglie Tullia e il loro primo bambino. Montebello diventerà, dal 1977, la sede della Cooperativa Alce Nero - che oggi si chiama «Girolo- moni» e non ha più nulla a che ve- dere con l’attuale Alce Nero sul mercato -, antesignana dell’agri- coltura biologica: il nome non è scelto a caso, ma ricorda l’epopea del capo Sioux che, cacciato con il suo popolo dalle sue terre ance- strali, rivendica con forza e dignità i propri diritti. Il logo è appunto un indiano piumato, ritto sul suo cavallo in corsa, lancia in resta. «Anche nel resto del mondo ci sono gli indiani - osserva Gino -. In Italia sono i contadini». ITALIA 18 MC MAGGIO 2015

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