Missioni Consolata - Aprile 2015

HAITI 12 MC APRILE 2015 Anno 2015: elezioni necessarie per uscire dalla crisi infinita I fantastici 9 per salvare il paese I l paese sta attraversando una grave crisi politico - sociale. L’esecutivo del presidente Michel Mar- telly non è stato in grado di organizzare alcun tipo di elezione, alcune delle quali, le ammini- strative, sono in ritardo di 4 anni. Scaduti i sindaci e i consigli comunali, il presidente ha proceduto per no- mine dirette dal ministero dell’Interno. L’ultima im- passe, dell’ottobre 2014, è anche dovuta ad alcuni se- natori che bloccano la modifica della legge elettorale. Si è arrivati quindi, al 12 gennaio scorso, alla sca- denza del mandato della camera dei deputati e di due terzi dei senatori (ad Haiti il Senato si rinnova un terzo ogni due anni, mentre la camera ogni 4 anni e il presidente della Repubblica resta in carica 5 anni). Il Parlamento è dunque tecnicamente «non funzio- nante» con solo 10 senatori attivi. L a crisi, che si trascina dal 2013, ha visto un tentativo di mediazione importante da parte della Conferenza episcopale haitiana. Solo a fine 2014, il presidente Martelly, allarmato so- prattutto dalla pressione delle manifestazioni di strada, aveva iniziato a cedere su alcuni punti con l’opposizione. A dicembre il primo ministro Laurent Lamothe, fedelissimo di Martelly, aveva dato le di- missioni, per essere sostituito dall’oppositore Evans © AFP/ Hector Retamal Paul, politico di lungo corso, cresciuto nei movimenti sociali. Ci si aspettava un grosso cambiamento di go- verno con l’ingresso massiccio dell’opposizione. In realtà, Evans Paul ha cambiato solo una parte dei mi- nistri, e qualcuno parla di «governo fotocopia». Il primo ministro non ha fatto però in tempo a pre- sentare la sua politica al Parlamento e avere la fidu- cia, perché questo è scaduto, e il suo è diventato un «governo de facto». Importante l’accordo, in extremis, dell’11 gennaio tra il presidente Martelly e alcuni partiti d’opposizione. I partiti più radicali non negoziano, piuttosto fomen- tano le folle e organizzano manifestazioni che chie- dono le dimissioni del presidente. Si tratta di Fanmi Lavalas, il partito di Jean-Bertrand Aristide, della coalizione Mopod, e di Pitit Dessaline. «L’accordo dell’11 gennaio ha fatto sì che il paese non sia esploso, perché sarebbe stato possibile. Il presi- dente ha accettato di rifare completamente il Consi- glio elettorale provvisorio (Cep)», ci dice Ricardo Augustin, vice preside all’Università Notre-Dame d’Haiti e già membro nell’équipe di mediazione poli- tica condotta dalla Ceh nel 2014. Il punto è cruciale: il Cep è l’organo che gestisce le elezioni. Da quando è stato eletto, Martelly ha voluto imporre la maggioranza dei propri uomini sui nove

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