Missioni Consolata - Aprile 2015
APRILE 2015 MC 11 • Cardinale | Chiesa | Politica | Ricostruzione • MC ARTICOLI © Af Ceh # A sinistra : il cardinale Langlois (primo a destra) con papa France- sco il giorno della «creazione». # Sopra : ritratto del cardinale Langlois. # A fianco : montagne del comune La Vallée de Jacmel , zona d’origine del cardinale. aiutare Haiti. C’è stata una rispo- sta molto positiva e massiccia da parte degli invitati a questo in- contro. La strada è stata tracciata dal Papa stesso che ha insistito sul fatto che l’essere umano è al cen- tro dell’azione ecclesiale. L’evan- gelizzazione concerne gli uomini e le donne, comprendendo l’am- biente e tutto quello che aiuta a sviluppare le dimensioni dell’es- sere umano, e ne aiuta la realizza- zione. Il secondo punto verteva sulla co- munione che ci deve essere tra chiese sorelle e la chiesa locale e pure tra le diverse istituzioni fa- centi parte della chiesa haitiana. Il papa ha sottolineato che dob- biamo agire uniti, perché siamo tutti membra di un corpo, e per questo è importante la coordina- zione delle azioni ecclesiali e l’u- nità tra i diversi attori sul terreno. Nel terzo punto il papa ha sottoli- neato l’importanza della chiesa lo- cale, perché è attraverso essa e le sue istituzioni che la missione si fa molto più tangibile. Ecco perché occorre rinforzarla. E penso che questo sia particolarmente impor- tante ad Haiti perché abbiamo una chiesa che si cerca ancora, nel senso che sta cercando di rendere solide le proprie basi per meglio rispondere alle esigenze di evan- gelizzazione nel paese. Questi tre punti orientano le azioni da realizzare sul terreno, e le relazioni con le chiese sorelle e le diverse istituzioni. Per me è già un buon risultato sapere che ab- biamo queste indicazioni. Dob- biamo dunque lavorare per avere dei risultati palpabili, concreti. Noi della Conferenza episcopale e le diverse istituzioni dobbiamo lavo- rare per materializzare quello che il papa ha detto il 10 gennaio, così gli organismi e i diversi parteci- panti, devono lavorare in con- certo con noi». La chiesa cattolica ha giocato un ruolo importante in questi cin- que anni dopo il terremoto. Può tracciare un bilancio? «A livello di ricostruzione la prio- rità è stata data all’accompagna- mento delle vittime. Ci sono stati feriti, morti, famiglie molto col- pite. Ci sono state conseguenze non solo dal punto di vista fisico ma anche psicologico, e sul piano della fede. La chiesa ha accompa- gnato donne, uomini, bambini e giovani a riprendersi. Accompa- gnamento psicologico, ma anche materiale: alloggio, cibo, salute, educazione. In tutte le diocesi. Perché molte persone hanno la- sciato Port-au-Prince per andare parti sociali, tra fine 2013 e il 2014, promuovendo l’iniziativa di riconciliazione nazionale «Insieme per il bene di Haiti». È attualmente membro del Potifi- cio consiglio Giustizia e Pace e della Pontificia commissione per l’America Latina. Molto disponibile, nonostante la sua agenda sovraccarica, ha ac- cettato di incontrare MC in esclu- siva lo scorso 31 gennaio ad Haiti. Papa Francesco ha richiamato l’attenzione su Haiti convocando un incontro internazionale in Va- ticano il 10 gennaio scorso. Quali risultati ha portato? «Abbiamo accolto con gioia l’or- ganizzazione (da parte del Pontifi- cio Consiglio Cor unum e della Pontificia commissione per l’A- merica Latina, ndr ) di questo in- contro. Ci attendevamo molto da esso. A cinque anni dal terremoto volevano sapere come è andata la ricostruzione, e che speranze abbiamo ad Haiti. Io sono soddi- sfatto di questo incontro, perché ha avuto il risultato di incorag- giare le “chiese sorelle” e gli orga- nismi che hanno l’abitudine di © Marco Bello
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