Missioni Consolata - Marzo 2015

MARZO 2015 amico 79 AMICO.RIVISTAMISSIONICONSOLATA.IT l’opportunità di far valere il loro talento. Ho potuto intendere più profondamente anche la realtà delle suore che si prendevano cura di noi con tantissima gentilezza e ci cucinavano sempre tanti cibi deliziosi. Purtroppo quello che preparavano per noi era probabilmente più so- stanzioso di quello che mangiavano loro e le quattro ragazzine di cui si prendevano cura nella loro casa di paglia. Suor Francelinha e suor Fer- nanda non hanno niente di valore materiale: la loro più grande ricchezza è la piccola cappella dove vanno a pregare, curata come un gioiello. E non pregano per avere l’elettricità o un letto più morbido, per alleviare il mal di schiena che magari sentono. No. Per loro i più grandi dolori, nascosti nel fondo dell’anima, dietro a delle per- sonalità sempre solari e benevole, sono quello di non poter vivere in un convento e quello di non poter dare l’opportunità alle ragazzine di ri- unirsi ai loro lontani familiari, che non vedono da quattro anni a causa di trasporti troppo cari. Nel contesto della nostra esperienza missionaria mi sono resa conto dell’importanza e del valore di ciascun membro del gruppo, perché in qual- siasi occasione ciascuno riusciva a individuare una maniera in cui donarsi per rendere la situa- zione più leggera e piacevole. Che si trattasse di cucinare, pulire, accudire i malati, o semplice- mente giocare con i bambini. Così ho potuto os- servare la crescita dei miei compagni: dalla teo- ria alla pratica infermieristica, dalla paura di po- vertà e miseria all’abbraccio dei malati, dalla vita piena di tanti «amici» alla capacità di fare qual- siasi cosa per strappare un sorriso ai piccoli mal- nutriti. Tornata a casa, ho portato con me i valori acqui- siti nel gruppo, le virtù delle suore, i sorrisi dei bambini e le sfide dei ragazzi. Ho ritrovato i miei amici che mi hanno subito fatto l’elenco delle cose di cui il mio bambino avrà «assolutamente» bisogno, pronunciando parole come fa- sciatoio, navicella, perette e altre di cui ancora non conosco il significato, ma che indicano cose che «non possono mancare». Ma io penso: perché non potrei farcela anche senza tutti que- sti oggetti? Ho già tutto quello che mi serve e so che nostro figlio cre- scerà molto bene con i principi di mamma e papà, con tanto amore, e la Provvidenza, che è viva anche da noi, non soltanto in Africa! Ramona Balint © Af MC/M Palestro © Af.MC/M. Palestro Maddalena/Flickr.com

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