Missioni Consolata - Marzo 2015

Malati illustri Nell’immaginario collettivo, la malattia di Parkinson è legata so- prattutto a due personaggi pub- blici come papa Giovanni Paolo II e Muhammad Ali, alias Cassius Clay. Per il pugile si è ipotizzato un parkinsonismo secondario, dovuto cioè ai colpi ricevuti nel- l’attività sportiva. Un altro ma- lato illustre fu il cardinale Carlo Maria Martini, scomparso nel 2012. Anche nel mondo dello spettacolo si contano malati di Parkinson come l’attore cana- dese Michael J. Fox, che ha aperto una fondazione negli Usa con lo scopo di sviluppare una cura. Negli ultimi anni della sua vita, fu malato di Parkinson an- che Adolf Hitler. Chi colpisce La malattia di Parkinson prende il nome da James Parkinson, il chi- rurgo londinese che ne descrisse i sintomi nel Trattato sulla paralisi agitante del 1817. Sono state tro- vate descrizioni di sintomi simili già in antichi scritti di medicina indiana e cinese, in un papiro egi- zio, nella Bibbia (si veda ad esem- pio Qoelet 12,3-7 e Lc 5,17-26) e negli scritti di Galeno (medico greco del II secolo d.C.). Questa malattia è tipica dell’età anziana, poiché esordisce media- mente intorno ai 60 anni. Tutta- via nel 5-10% dei casi, definiti a esordio giovanile, i sintomi com- paiono già tra i 20 e i 50 anni. La sua incidenza è di 8-18 nuovi casi all’anno su 100.000 persone, e colpisce circa il 2% della popola- zione sopra i 60 anni. La percen- tuale sale al 3-5% oltre gli 85 anni. Un malato di Parkinson ri- schia di soffrire di demenza da 2 a 6 volte in più della popolazione generale, e la prevalenza della demenza aumenta con il decorso della malattia. Ciò riduce note- Tra i principali sintomi motori del Parkinson ci sono il tremore a ri- poso , la rigidità , la bradicinesia (lentezza dei movimenti), i di- sturbi dell’equilibrio e del cam- mino , la postura curva , l’ altera- zione della voce , le difficoltà di deglutizione con conseguente scialorrea (eccessiva presenza di saliva in bocca). Generalmente il tremore a riposo, che peraltro non è comune a tutti i pazienti, interessa unilateralmente una mano o un piede, oppure la man- dibola. Qualche paziente talvolta riferisce di percepire un « tre- more interno » non visibile ester- namente. La rigidità è la conseguenza di un aumento involontario del tono muscolare, che può essere un sintomo di esordio della malattia. Colpisce inizialmente un lato del corpo e può interessare gli arti, il collo e il tronco. È tipica la ridu- zione dell’oscillazione pendolare delle braccia durante il cammino. Può essere presente anche acine- sia (difficoltà a iniziare movi- menti spontanei). Acinesia e bra- dicinesia interferiscono pesante- mente con la vita quotidiana, rendendo difficili (se non impos- sibili) attività come lavarsi, ve- stirsi, camminare, spostarsi, gi- rarsi nel letto. I movimenti fini di- ventano sempre più difficili, per cui ne risultano alterate la grafia, che diventa più piccola, e l’e- spressione del volto (ipomimia). I disturbi dell’equilibrio com- paiono più tardivamente: per una riduzione dei riflessi di raddrizza- MARZO 2015 MC 59 • Salute | Malattie | Anziani | Parkinson • MC RUBRICHE volmente la qualità e l’aspetta- tiva di vita. Il tasso di mortalità dei parkinsoniani è circa il doppio di quello delle persone non af- fette. Inoltre, se la cura non viene intrapresa ai primi sintomi, il pa- ziente rischia di venire immobiliz- zato dal morbo nell’arco di una decina di anni. I sintomi motori I sintomi della malattia di Parkin- son possono essere distinti tra motori e non motori. Non sono presenti in tutti i pazienti allo stesso modo, e nel singolo pa- ziente possono presentarsi pro- gressivamente nel corso degli anni, ma in modo molto diverso a seconda che la cura sia iniziata più o meno precocemente, per cui è importante cogliere i primi segnali della malattia per effet- tuare quanto prima una corretta diagnosi. Talvolta purtroppo i sin- tomi del Parkinson non vengono immediatamente riconosciuti, perché si manifestano in maniera incostante, e la progressione della malattia è tipicamente lenta. Spesso sono i familiari del malato ad accorgersi per primi dei cambiamenti. Mark Mathosian/Flickr.com Peter T./Flickr.com Paval Hadzinski/Flickr.com

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=