Missioni Consolata - Marzo 2015
MARZO 2015 MC 41 DOSSIER MC RUMURUTI che tradizionali come la mutilazione genitale (che non giunge agli estremi dell’infibulazione) delle donne e i matrimoni precoci, mancanza di abita- zioni adeguate, insufficienza di servizi sociali edu- cativi e sanitari, corruzione, stato precario delle strade e insicurezza. Questo spinge la Chiesa a darsi come compito prioritario la formazione umana e lo sviluppo so- ciale, come dice padre Mino Vaccari, parroco dal lontano 1994, quando padre Luigi Brambilla, primo missionario della Consolata a Rumuruti, fu trasferito a Nairobi. Suo aiutante attuale è il ke- niano padre Nicholas Makau, succeduto ai padri Antonio Bianchi, grande pollice verde, Domenico Galbusera (classe 1930) e Juan Puentes (colom- biano del 1946, deceduto prematuramente nel 2010). La scuola Nel programma di sviluppo primeggia l’educa- zione con la costruzione di scuole, allo scopo di aiutare la popolazione a diventare attiva nella lotta alla povertà. Si comincia con l’asilo, perché se si prendono i bambini fin da piccoli, si mettono delle basi serie per la loro crescita. Poi con la scuola ci deve essere il collegio perché molti ra- gazzi arrivano da zone molto distanti oppure sono figli di nomadi che si spostano di continuo. Il colle- gio riesce anche a garantire quell’alimentazione adeguata che troppe famiglie molto povere o im- poverite non riescono a provvedere. L’asilo Familia Takatifu , accanto alla chiesa, è stato una delle prime opere costruite per prepa- rare i piccoli alla scuola primaria. Oggi tutte le 27 cappelle hanno il loro asilo che di domenica serve anche come cappella. Da sinistra, in senso orario : la marea di scolari della Familia Takatifu alla messa settimanale; gennaio 1999, inaugura- zione della scuola primaria Familia Takatifu ; pastorella al pascolo; pastori in transito sulla strada viscida per il fango. Costruire le scuole è stato relativamente «facile», tenendo conto dell’ampia rete di amici e benefat- tori che si è creata attorno alla missione. Non così facile è invece far sì che i bambini frequentino re- golarmente la scuola. Moltissimi genitori non ca- piscono ancora i benefici dell’istruzione e igno- rano la legge del paese che prevede la scuola ob- bligatoria per tutti. Presi dai problemi di soprav- vivenza, se mandano i figli a scuola, si aspettano che lo stato o la Chiesa li mantengano e li edu- chino gratuitamente.
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