Missioni Consolata - Marzo 2015

# Qui accanto : Gerusalemme, quartiere di Mea Shearim. Un cartello bilingue vieta l’entrata a chiunque indossi ve- stiti non appropriati. # Sotto : Washington, Stati Uniti. Davanti alla Casa Bianca ebrei del movimento ortodosso Neturei Karta espongono manifesti molto espliciti: «Il giudai- smo condanna il terrorismo sionista»; «Lo stato di “Israele” non rappresenta il mondo ebreo»; «Gli autentici rab- bini si sono sempre opposti al sioni- smo e allo stato di Israele». sidiose regole del mercato ri- schiando di indebolire la classe manageriale israeliana e lo stesso stato, che attualmente deve man- tenere gran parte delle comunità ultraortodosse mediante assegni di mantenimento. In un rapporto del 2010, la Banca di Israele ha sti- mato che il 60% degli Haredi sono poveri e dipendono unicamente dalle sovvenzioni statali o dagli aiuti provenienti dalle comunità ebree residenti fuori Israele. La questione del servizio militare Gli ebrei ortodossi, inoltre, rifiu- tano di prestare servizio militare nelle Idf ( Israelian Defence For- ces ), cosa che preoccupa i vertici ciocche non sporgano dal foulard. Le comunità di Mea Shearim vi- vono in un mondo separato in cui l’unica legge vigente è quella della Torah, rispettata, nel limite del possibile, alla lettera. Durante lo shabbat (il riposo del sabato, ndr ) nessun apparecchio elettrico può essere utilizzato, nessun mezzo a motore può circolare, nessun ne- gozio è autorizzato ad alzare le serrande. Una vita tra studio e famiglia In generale, sono chiamati Haredi (Haredim) gli ortodossi più conser- vatori. Tra i media sono conosciuti come «ultra ortodossi». Gli uomini sono dediti allo studio dei testi sacri, mentre le donne si occupano della famiglia, general- mente molto numerosa. Questo porta a due conseguenze: la po- vertà diffusa e l’altissimo incre- mento demografico, due temi che preoccupano moltissimo la diri- genza israeliana. Oggi gli Haredi nello stato israe- liano rappresentano l’11,7% della popolazione con un tasso di incre- mento del 6-7% annuo. Spezzando la piramide demografica e pren- dendo la fascia d’età al di sotto dei 5 anni, il 30% è composto da bam- bini provenienti da famiglie ul- traortodosse. Lo sconvolgimento nella società israeliana sarà enorme: già oggi la metà degli studenti israeliani che frequenta le scuole primarie è in- serito in strutture ultraortodosse o arabe, entrambe antisioniste. Chi continua gli studi nelle yeshiva non avrà un’educazione econo- mica adeguata ad affrontare le in- ISRAELE 32 MC MARZO 2015 © Afp / Nicholas Kamm © Jonathan Gabay

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