Missioni Consolata - Marzo 2015

sull’ambito religioso. Schwarzschild presagì, come la fi- losofa e scrittrice Hannah Arendt (1906 - 1975), che la nascita di Israele avrebbe rischiato di por- tare un insanabile conflitto con i palestinesi e avrebbe contribuito a far prevalere la concezione seco- lare di stato su quella religiosa. In questo modo, secondo il filosofo e rabbino tedesco, il sionismo avrebbe allontanato pericolosa- mente gli ebrei da Dio. Il movimento Satmar Il pensiero di Schwarzschild fu in- fluenzato anche da un altro rab- bino antisionista: Joel Teitelbaum (1887-1979), fondatore del movi- mento Satmar , il primo grande gruppo di ebrei ortodossi che si oppose (e che tuttora si oppone) allo stato di Israele. Il Satmar, che deve il nome al villaggio della Transilvania di Satu Mare, nacque l’8 settembre 1905. Teitelbaum fu, tra gli ebrei ortodossi, il più radi- cale nel condannare il sionismo. Il punto di partenza da cui il rabbino - e, in seguito, tutti i movimenti re- ligiosi venuti dopo il Satmar - prese le mosse per argomentare la sua contrarietà allo stato israe- liano fu la trattazione di un passo del Talmud (testo sacro dell’ebrai- smo, ndr ) di Babilonia (ketubot 111a) secondo cui il popolo ebraico, in passato, ebbe sigillato un patto con il Signore in base al quale: 1. Israele ( Eretz Yisrael ) non avrebbe «eretto un muro» (cioè non avrebbe conquistato la terra promessa con la forza); 2. Israele che non si sarebbe ribel- lato contro le nazioni del mondo (cioè gli ebrei avrebbero obbedito ai governi del loro esilio); 3. i popoli non ebrei non avreb- bero oppresso troppo Israele. Tradire quel patto con la fonda- zione di uno stato di Israele avrebbe trasformato il sionismo nella «più grande forma di impu- rità spirituale del mondo intero». Sarebbe stato proprio questo pec- cato a scatenare le punizioni di- vine a cui gli ebrei sarebbero stati sottoposti nel corso della storia, compresa, secondo Teitelbaum, la shoah (l’olocausto, ndr ). Questa tesi, cinica se vogliamo, è ancora oggi condivisa dalla maggior parte dei Edah Haredit , le comunità ul- tra ortodosse che vivono sia den- tro che fuori Israele. Il rifiuto del sionismo da parte dei Satmar fu (ed è) pressoché totale e coerente: nel 1959, per la visita di Joel Teitelbaum alla Terra Pro- messa, il movimento organizzò un treno apposito privo di qualsiasi ri- ferimento allo stato di Israele, mentre dopo la Guerra dei Sei Giorni (1967) ai membri della co- munità che vivevano in Israele il movimento proibì di pregare da- vanti al Muro del Pianto e in altri Luoghi Santi ebraici di Gerusa- lemme per evitare ogni legittima- zione dello stato israeliano. Per- sino la lingua parlata dai Satmar e insegnata nelle loro scuole è l’ yid- dish (lingua germanica parlata da- gli Ebrei originari dell’Europa orientale e scritta con l’alfabeto ebraico, ndr ) e non ebraico mo- derno, il che isola ulteriormente la comunità dal resto di Israele. Per aiutare socialmente i 119.000 ade- nato la liquidazione degli interessi ebrei negli stati d’origine, il trasfe- rimento nella nuova terra, gli aspetti logistici dei nuovi insedia- menti. «I poveri dovranno andare per primi per disboscare terreni e coltivare i campi […] costruiranno strade, ponti, ferrovie, telegrafi; regoleranno i letti dei fiumi e co- struiranno le loro case». Nascita dell’antisionismo: l’Agudat Yisrael La proposta fu quasi subito contra- stata da alcuni gruppi di ebrei or- todossi tedeschi, ungheresi e po- lacchi che, nel 1912 fondarono l’ Agudat Yisrael (o Agude), oppo- nendosi alla secolarizzazione pro- posta dal sionismo. L’Agude era il movimento più in vista della galas- sia antisionista ebraica: altre orga- nizzazioni, nate dopo quella teo- rizzata da Herzl, come il Bund (un movimento socialista ebraico), av- versavano la fondazione di uno stato ebraico e, con esso, l’ aliyah , la migrazione degli ebrei verso la Terra Promessa ( Eretz Yisrael ). Attorno ai gruppi antisionisti gravi- tavano pensatori autonomi che, con il loro contributo, davano spessore filosofico e culturale al- l’antisionismo. Uno di questi, e anche uno dei primi a criticare il sionismo, fu Hermann Cohen (1842-1918), filo- sofo tedesco neokantiano e con- temporaneo di Friedrich Nietzsche, secondo cui l’unica pos- sibilità che le comunità ebraiche avrebbero avuto per sopravvivere sarebbe stata quella di perseguire una politica di «integrazione nella moderna nazione-stato». In- somma, rimanere nei paesi in cui si trovavano cercando di parteci- pare, a diversi livelli, alle attività politiche, sociali ed economiche degli stessi. Cohen negava, dun- que, la necessità di possedere una terra che ospitasse gli ebrei, con- trapponendosi alla tesi di Herzl. Ma se Hermann Cohen basava la sua tesi su una visione pretta- mente pragmatica e non disco- stando il suo pensiero dal secolari- smo, un suo seguace, Steven Schwarzschild (1924-1989), svilup- pando le sue tesi pacifiste attra- verso un intenso dialogo con Thomas Merton, spostò il dibattito ISRAELE 28 MC MARZO 2015 In questo articolo • I personaggi - Theodor Herzl, Hermann Cohen , Hannah Arendt, Steven Schwarzschild, Thomas Merton, Joel Teitel- baum, Moshe Hirsch. •Movimenti e gruppi - Satmar, Agudat Yisrael (Agude), Bund, Neturei Karta, Haredi. • I termini ebraici - Torah, Talmud, Eretz Yisrael , aliyah , yiddish , shabbat, yeshiva, yishuv, shoah, Knesset, tzniyut, shtreimel, kolpik, payot, bekishe, tichel.

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=