Missioni Consolata - Marzo 2015
# In queste pagine : scene di vita e di festa a Toribío. # Qui accanto : la spirale è un sim- bolo molto importante nella spiri- tualità Nasa. # In basso : la scuola di agroecologia. Anche attraverso i colori si cerca l’armonia con la natura. glio dire che abbiamo sempre fatto uno sforzo rivolto all’essere umano, alla persona, che forma un collettivo. La missione del Ceci- dic si è concentrata sull’educa- zione. Sviluppare proposte che generino questa coscienza collet- tiva, da differenti punti di vista. Parlare dell’aspetto comunitario, vuol dire parlare dello sviluppo dell’essere umano, del pensiero politico, delle tradizioni. Per que- sto il Cecidic realizza corsi, spazi di formazione per i giovani. Un corso importante è quello di agroecolo- gia, nel quale abbiamo un pro- getto con Cisv, Msp e Missioni Consolata onlus. Poi c’è il corso artistico e culturale, quello di co- municazione, formazione politica, educazione e pedagogia. Sono cinque componenti molto impor- tanti per sviluppare il “Piano di vita”. Anche se nello sviluppo del Piano di vita del Buen vivir ci sono altre componenti necessarie oltre alle cinque elencate. C’è molta partecipazione ai nostri corsi. Se avessimo maggiori ri- sorse economiche, riusciremmo a formare ancora più persone. An- logia, dai mezzi di comunicazione. Per questo per noi è fondamen- tale quello che chiamiamo “fare coscienza”. Non è obbligare, per- ché altrimenti si ottiene il contra- rio, ovvero una insensibilità a que- sta realtà. Si tratta di una costru- zione collettiva, nella quale in- sieme pensiamo, riflettiamo, e, sopra questo pensare insieme, “facciamo coscienza” sull’impor- tanza del Buen vivir . È quindi un lavoro lento, dispendioso, e non convince in modo immediato tutti. Per questo dico che c’è dif- ferenza di pensiero. Ma è impor- tante la coscienza collettiva, ov- vero avere un gruppo di persone che rendono dinamico il Buen vi- vir . Grazie a questo, molte altre persone si avvicineranno alla pro- posta. Comprese alcune che sono di religione cattolica o evangelica. Ci sono poi anche le appartenenze politiche. Noi siamo apolitici come gruppo, ma possiamo affermare che ci sono compagni indigeni che hanno posizioni politiche distinte. Quando parliamo del collettivo del Buen vivir , sogniamo come ci vediamo nel futuro, come comu- nità, e penso che non ci sia distin- zione di colore politico o posi- zione religiosa. Diventa molto im- portante la proposta filosofica che fa il popolo Nasa». La vostra organizzazione come fa per «fare coscienza»? «Nei 30 anni in cui la comunità si è organizzata, si è sempre parlato della coscienza della gente a par- tire dall’aspetto comunitario. Vo- COLOMBIA 24 MC MARZO 2015
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