Missioni Consolata - Marzo 2015
MARZO 2015 MC 23 condo principio è l’importanza del rispetto per la natura, per la Ma- dre Terra; un terzo punto è la so- vranità alimentare, la produzione di cibo per la gente. Nella realtà di oggi, si viene ad ag- giungere la necessità di disporre di risorse economiche, ma nel ri- spetto di questi principi. L’agroecologia è una parte della proposta politica del popolo Nasa. In ambito sociale è molto impor- tante la relazione con gli altri po- poli, non solo indigeni, ma afro, contadini e società civile in ge- nere». Il Buen vivir che proposta è? «Più che una politica il Buen vivir è un modo di vivere, che vuole dare una risposta non solo ai biso- gni materiali dell’uomo, ma anche a quelli spirituali. Se diamo rispo- ste solo alle questioni umane svi- luppiamo unicamente il concetto di economia. Associare all’econo- mia la prospettiva spirituale, dà un senso più ampio al Buen vivir , che non si basa sugli aspetti mate- riali, ma parte dal fatto che noi non siamo i padroni del mondo, siamo parte del mondo. Inoltre non è una proposta politica per un solo popolo, ma è piuttosto una proposta condivisa con altri popoli, per questo tollera e ri- spetta la differenza. Condividiamo alcuni principi fondamentali con molti popoli originari e organizza- zioni della società civile, che stanno cercando un’alternativa al modello di sviluppo dominante. Direi che fa parte della proposta l’idea di “non andare avanti”, al- meno non come ci hanno abituati. Non come l’Occidente vede lo scorrere del tempo, ovvero in modo lineare. Il Buen vivir ci im- pone di fermarci nel cammino, o di andare avanti senza tanta fretta, per poter pensare oggi, so- gnare il futuro, sempre ricordando e dando uno sguardo al passato. Quando parliamo di spiritualità, in pratica stiamo richiamando il pas- sato. Spiritualità è anche chiamare gli spiriti della natura, i nostri ante- nati, i nostri famigliari. Il Buen vivir ha una differenza con l’approccio occidentale: non bisogna correre. Forse perché c’è una differenza di ideali di vita». Una proposta alternativa, ma come realizzarla? «Anche tra la nostra gente c’è va- rietà di modi di pensare. Si può dire un modo diverso per ogni persona. Ci sono due questioni storiche di cui tenere conto. Da un lato l’esistenza del cattolice- simo, che ha formato la maggio- ranza del nostro popolo, e dall’al- tro la modernità. I nostri giovani sono molto coinvolti dalla tecno- nità indigene) di Toribío, Tacueyo, San Francisco, e a beneficio del «Plan de vida» del popolo Nasa. Dopo aver diretto la Scuola agroe- cologica indigena del Cecidic, da nove anni è il primo responsabile del centro. Li abbiamo incontrati durante una loro visita in Italia. Il viaggio si è svolto nell’ambito del «Progetto Nasa» in appoggio alla scuola agri- cola del Cecidic. Il progetto, che ha come obiettivo l’autonomia ali- mentare ed economica della po- polazione Nasa, vede coinvolta anche Missioni Consolata Onlus, in partenariato con le Ong Cisv (Comunità impegno servizio vo- lontariato) e Msp (Movimento svi- luppo e pace) di Torino. In effetti dal 1985 la parrocchia di Toribío è gestita dai missionari della Conso- lata, i quali accompagnano il po- polo Nasa. Abbiamo parlato con loro di Buen vivir . Che relazione c’è tra l’agroecolo- gia e il Buen vivir ? «L’agroecologia, indipendente- mente da dove abbia avuto ori- gine, ci sembra un approccio alla vita importante, interessante. Essa coniuga non solo lo sviluppo umano con quello economico, ma anche con il rispetto della natura. Sono i tre aspetti della politica agroecologica, che raggruppa una serie di proposte e strategie e ac- comuna esperienze di svariati po- poli nel mondo. L’agroecologia ha molte relazioni con le proposte del Buen vivir del popolo Nasa. Innanzitutto perché l’agroecologia riprende il concetto di conservazione (dell’ambiente in senso globale) molto forte nel po- polo indigeno. Ma, dato che la vi- sione indigena è fortemente spiri- tuale, il popolo Nasa rileva nell’a- groecologia proprio una prospet- tiva di spiritualità. Attenzione, con spiritualità non intediamo reli- gione. Per noi la spiritualità consi- ste in una profonda relazione con la natura. Il Buen vivir, nascendo dalla spiri- tualità indigena, si basa su tre principi: il primo è che tutto ha uno spirito, che ci sono spiriti che ci aiutano e che l’uomo deve rela- zionarsi anche con essi; un se- # A sinistra : cerimonia religiosa del popolo Nasa a Toribío. # Sopra : giovani su un albero. La scritta: «Toribío è il tuo villaggio, amalo e abbi cura di lui». • Popoli indigeni | Agroecologia | Spiritualità • MC ARTICOLI
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