Missioni Consolata - Marzo 2015

EGITTO 20 MC MARZO 2015 e in Qatar, paesi da sempre alleati del movimento. «al-Sisi - com- menta la nostra fonte anonima - è riuscito a reprimere la Fratellanza perché godeva del consenso di gran parte del paese. Sostenuto non solo dalla comunità cristiana, che si era sentita emarginata dalla Fratellanza, ma anche dalla mag- gioranza dei musulmani. Senza questo appoggio, al-Sisi non sa- rebbe stato in grado neanche di dichiarare la Fratellanza “gruppo terroristico”». Per le future ele- zioni, al partito della Fratellanza, Libertà e Giustizia, come ad altre formazioni simili, sarà impedito candidarsi. «Dal punto di vista po- litico - osserva Dentice - la Fratel- lanza è alle corde. Bisogna capire in che modo essa potrà giocare un ruolo attivo in campo politico nel futuro. Attualmente non ci sono spazi che facciano pensare a un ri- torno alla legalità del movimento. Credo che il dialogo dipenda non tanto dalla Fratellanza quanto dai militari dietro al presidente. Sono loro che possono e devono ri- creare le condizioni favorevoli a un confronto». Il ruolo dei cristiani In questo contesto, la comunità cristiana (in maggioranza copto ortodossa) non ha alcun peso po- litico, nonostante conti almeno un 10% della popolazione. Dopo aver subito il rischio di venire progres- sivamente emarginata dalla Fra- tellanza musulmana, ha sostenuto al-Sisi. Non è un caso che la sera in cui il generale ha annunciato la deposizione di Morsi, al suo fianco c’erano Ahmed al Tayeb, l’imam di al Azhar (università, massima istituzione del mondo islamico sunnita), e Tawadros II, il mezzi per combattere al Baghdadi, ma rimane in una po- sizione più defilata e attendista. Diritti umani La repressione interna è stata molto dura nell’ultimo anno e mezzo. Le associazioni per la di- fesa dei diritti umani hanno de- nunciato che, solo negli ultimi sei mesi del 2014, 40mila persone sono state incarcerate per motivi politici (tra esse tre giornalisti di Al Jazeera , l’emittente del Qatar, accusati di sostenere la Fratel- lanza musulmana) e 20mila civili sono stati giudicati da tribunali militari. Nel 2014 un centinaio di detenuti sono morti per le vio- lenze subite in carcere. I vertici della Fratellanza musulmana sono stati incarcerati. Chi è sfuggito alle maglie della polizia, vive esule al- l’estero, principalmente in Turchia Mohamed Morsi - 63 anni, si laurea in Ingegneria chimica all’università del Cairo e consegue un ma- ster e un dottorato di ricerca alla University of Southern California . In California lavora anche alla California State University dal 1982 al 1985. Espo- nente di punta del partito Libertà e Giustizia (for- mazione legata alla Fratellanza musulmana), è eletto presidente nel 2012 ed è il primo ad assumere tale carica con elezioni democratiche. Il 3 luglio 2013 viene deposto da un colpo di stato militare ed è in- carcerato. Hosni Mubarak - 86 anni, dopo una brillante car- riera militare (durante la quale si distingue nella guerra del Kippur del 1973), si impegna in politica. Alla morte di Anwar Sadat è eletto presidente del- l’Egitto, carica che ricopre per quasi trent’anni, a partire dal 14 ottobre 1981 fino all’11 febbraio 2011. Dopo la deposizione, viene arrestato e, nel 2012, è condannato all’ergastolo. Il 29 novembre 2014 la Corte di Cassazione lo proscioglie dalle accuse di omicidio e lo assolve da quelle di corruzione. Muba- rak può essere dunque scarcerato. Abdel Fattah al-Sisi - 60 anni, frequenta l’Accade- mia militare egiziana e poi corsi di specializzazione in patria, nel Regno Unito e negli Stati Uniti. Pur es- sendo affascinato dall’ideologia panarabista e laica di Gamal Nasser, non fa mistero di essere un musul- mano devoto. Forse è proprio per questo motivo che la Fratellanza musulmana lo sceglie come Capo di Stato maggiore della Difesa. Nel 2013 però si con- trappone al presidente Morsi fino a rovesciarlo. Le elezioni dell’8 giugno 2014 lo consacrano sesto presi- dente della Repubblica egiziana. Tawadros II - 62 anni, si laurea in Farmacia e lavora per alcuni anni in un’azienda statale prima di en- trare nel monastero di San Bishoy a Wadi Natrun. Ordinato sacerdote nel 1989, è consacrato vescovo nel 1997. Come tale guida la diocesi di Beheira, a Sud Ovest di Alessandria. Il 4 novembre 2012 è eletto 118º papa della Chiesa copta ortodossa e patriarca di Alessandria. Il 10 maggio 2013 si reca in visita uffi- ciale in Vaticano, con una delegazione di vescovi, ac- colti da papa Francesco. Ahmad Muhammad al-Tayyeb - 68 anni, studia e insegna nelle università della Sorbona (Francia) e di Friburgo. Successivamente diventa professore di Fi- losofia e Teologia nelle università di al-Azhar (Il Cairo), Qena e Assuan, in Egitto, e di Islamabad, in Pakistan. Dal marzo al settembre 2003, ricopre la carica di Gran Mufti d’Egitto e nel 2010 diventa Imam di al Azhar, nominato da Hosni Mubarak. Non sostiene le sommosse che portano alla destituzione del presidente e si contrappone alla Fratellanza mu- sulmana quando questa prende il potere. Conside- rato un moderato, sostiene il colpo di stato che porta alla caduta di Mohamed Morsi. E.C. Tutti i personaggi L’ingegnere, i militari, il mufti e il patriarca

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