Missioni Consolata - Marzo 2015
MARZO 2015 MC 17 gno 2012, quasi subito sono scop- piate le rivolte anti presidenziali organizzate da un’opposizione laica che non ha mai riconosciuto la regolare, legittima e democra- tica vittoria elettorale dei Fratelli musulmani. Un esercito molto presente Scomparso il Pnd, l’unica istitu- zione organizzata che si è rivelata in grado di fronteggiare la Fratel- lanza musulmana è stata l’eser- cito. A dire la verità gli uomini in grigioverde non avevano mai ab- bandonato la scena politica. Mili- tari erano Gamal Abdel Nasser, Anwar Sadat e Hosni Mubarak. Militare era Mohammed Hoseyn Tantawi, il generale che, prese le distanze da Hosni Mubarak, aveva rifiutato di reprimere le rivolte della Primavera araba e aveva gui- dato la transizione fino alle ele- zioni che avevano portato alle ele- zioni di Morsi. I militari non sono solo un’istitu- zione fondamentale dell’Egitto, ma hanno anche un peso deter- minante nell’economia del paese. Secondo alcuni analisti, un quarto (ma qualcuno parla addirittura di un terzo) dell’economia egiziana è controllata dalle forze armate. Gennaro Gervasio, docente di Politiche del Medio Oriente alla British University del Cairo, in un rapporto recente ha parlato del conflitto tra la casta militare e un gruppo di imprenditori neoliberi- sti, guidati da Gamal, figlio di Ho- sni Mubarak. Un conflitto che sa- rebbe stato tra le ragioni che hanno scatenato la Primavera araba e che, per il momento, si sa- rebbe risolto a favore degli uffi- ciali dell’esercito. Anche se gli im- prenditori hanno ancora una forte presa sull’economia egiziana. Il nuovo presidente È stato al-Sisi a farsi interprete del malcontento della maggioranza della popolazione egiziana. Ma chi è al-Sisi? «al-Sisi è tanti perso- naggi in uno solo - spiega Giu- seppe Dentice, ricercatore Ispi, Istituto per gli studi di politica in- ternazionale, esperto di Egitto -. È sicuramente un militare e, per questo motivo, ha un approccio pragmatico e decisionista. Pen- siamo al pugno di ferro imposto al paese per riportare l’ordine. Al tempo stesso, però, si presenta come l’“uomo della Provvidenza”, riprendendo cliché tipici della re- torica nasseriana. al-Sisi quindi gioca su due piani, anche emotivi, proponendosi come la figura di ri- ferimento del paese. È un uomo che si adegua alle situazioni, pur Fratellanza musulmana, movi- mento nato nel 1928 in Egitto con l’intento di promuovere i valori tra- dizionali islamici nella società. Con la caduta di Mubarak, il suo partito è stato sciolto. Sulla scena è rima- sta quindi un’unica formazione: la Fratellanza. Non è un caso che nel 2012 sia stato eletto un esponente di questo movimento alla presi- denza. Ma l’Egitto, pur avendo co- nosciuto una progressiva islamizza- zione della società, non è mai stato compatto dietro la Fratellanza. Molti musulmani non si ricono- scono affatto nelle posizioni del movimento e anzi guardano con sospetto alla svolta confessionale. Se non si capisce questo, difficil- mente si può comprendere l’evo- luzione successiva». Ne è convinto anche Massimo Campanini, storico del Medio oriente arabo e della filosofia isla- mica, secondo il quale la Fratel- lanza ha commesso alcuni errori fondamentali. Il più grave è aver creduto di poter accelerare l’isla- mizzazione della società impadro- nendosi del potere e tenendo sotto controllo la magistratura. Nonostante questi tentativi auto- cratici, va però detto che non ha avuto il tempo di impostare una politica efficace. Morsi è stato proclamato presidente il 24 giu- # A sinistra : il presidente al Sisi ( al centro ) con il papa copto Tawadros II alla messa di Natale il 6 gennaio scorso. # Sopra : Taba, alla frontiera tra Egitto e Israele. # Accanto : Sinai, un gruppo di pelle- grini si gode il panorama. • Primavere arabe | Islam | Politica • MC ARTICOLI © AfMC/ Benedetto Bellesi © AfMC/ Benedetto Bellesi
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