Missioni Consolata - Marzo 2015
14 MC MARZO 2015 glia di mettersi in gioco , e che il fuoco della missione non si è af- fatto affievolito. Possiamo quindi dire che il primo obiettivo del convegno («riaccendere la pas- sione dei singoli e delle comunità per la missio a d gentes e inter gentes ») è stato già raggiunto. L’entusiasmo avvertito è stato davvero grande. Da questo mo- mento in poi, dobbiamo decisa- mente puntare al raggiungimento del secondo obiettivo: « Studiare nuovi stili di presenza missiona- ria nella nostra realtà ». SULLE ALI DELL’ENTUSIASMO Lanciamo, allora, tre slogan finali che possano stimolare concreta- mente a qualcosa di forte. Teniamo «in caldo» il convegno. L’entusiasmo di questi giorni ci spinge a «battere il ferro mentre è caldo», a «mantenere in caldo» il cibo di cui ci saziamo. Molti hanno espresso il desiderio di non far passare un altro decennio prima di convocare nuovamente la Chiesa Italiana alla missione: cercheremo di far tesoro di que- sta indicazione. Ma al di là della frequenza del ritrovarci, ci sono molti altri modi per mantenere alto l’entusiasmo. • Nel territorio. Iniziamo, allora, a pensare a come far ricadere a livello locale (regionale e diocesano) quanto vissuto a Sacrofano. Può essere attraverso piccoli convegni locali, può essere nell’ordinaria pro- grammazione degli incontri regio- nali o diocesani, può essere attra- verso momenti di riflessione e ap- profondimento (magari anche con percorsi formativi su uno o più ambiti affrontati al convegno, specie nei laboratori di interesse), dando priorità alle urgenze della situazione locale. Le modalità sono molteplici, e crediamo che vadano lasciate soprattutto alla stimolante inventiva di ognuno dei partecipanti e di chi - rimasto a casa - ha potuto comunque se- guire i nostri lavori. • Nel «world wide web». Non dimentichiamo che uno degli strumenti più validi per quest’o- pera di «riscaldamento» e «attiz- zamento» del fuoco della mis- sione rimane il mondo del web, dei social network e di tutto ciò che la rete ci mette a disposi- zione. Facciamo della rete un am- bito sempre più missionario! • Fare rete. Da parte degli organismi che la Conferenza Episcopale Italiana mette a disposizione della Chiesa in Italia per l’animazione, la forma- gaglio di attenzione ai poveri, agli ultimi, agli emarginati, ai lontani e ai diversi di ogni categoria. Aiutiamoci a mantenerci giovani. Aiutiamo i giovani a essere ciò che sono, in altre parole il pre- sente, e non il futuro della Chiesa e della società. Non dobbiamo avere timore ad affidare loro compiti di responsabilità anche a livello decisionale nelle nostre co- munità: non dobbiamo avere paura di perdere qualcuno di loro, se ci dice che vuole fare un’esperienza prolungata di mis- sione; non lesiniamo nell’aiuto, anche materiale, che possiamo dare loro per attivare strategie di animazione missionaria o per creare attività caritative e di apertura ai bisognosi e ai lontani. E - come ci ha detto ancora una volta Papa Francesco - iniziamo da subito: dai bambini (il termine «bambini» nel suo discorso è stato ripetuto sei volte, tanto quanto il termine «missione»). «I bambini devono ricevere una ca- techesi missionaria»: non pos- siamo più tirarci indietro da que- sto compito. GUARDARE AVANTI Molto bella e stimolante è stata l’assenza del classico «piagni- steo» nostalgico dei tempi pas- sati, quelli in cui «si era di più e si faceva meglio». Si è invece percepito in maniera palpabile che c’è ancora tanta vo- ITALIA # Qui accanto : la pattuglia interna- zionale (africani, europei e latino americani) dei missionari della Consolata a Sacrofano. Con loro (terzo da sinistra) don Marco Prastaro di Missio Torino.
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