Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2015
80 MC GENNAIO-FEBBRAIO 2015 Libertà Religiosa a tutti gli effetti nell’ordina- mento dello stato. Con quante confessioni religiose sono state stipulate intese? «A tutt’oggi sono 11 (si veda Box, ndr ). Le intese rendono possibile, alle confessioni che le hanno sti- pulate e che lo richiedano, l’ac- cesso all’otto per mille. Delle 11, solo 10 lo fanno, perché i Mor- moni non l’hanno richiesto. I con- tribuenti quindi possono scegliere tra queste dieci, oltre alla chiesa cattolica e allo stato. Si tratta di 12 opzioni: un complesso piutto- sto ampio. In favore di tutte quante, oltre che in favore della chiesa cattolica, è possibile fare offerte deducibili nella dichiara- zione dei redditi». Si è poi raggiunta l’approva- zione per legge delle intese? «Sì, cinque delle undici sono state approvate per legge proprio nella XVI legislatura. Tra esse, due sono per la prima volta esterne al tradi- zionale ambito giudeo cristiano. Si tratta dell’intesa con i buddisti e di quella con gli induisti». I risultati di questo modo di pro- cedere che punta su accordi di- retti con le confessioni religiose, mettendo da parte, per il mo- Secondo lei, dunque, è molto più proficuo un approccio «pragmatico» alla questione. «Sì. Del resto in questo modo si sono ottenuti dei risultati non tra- scurabili nella XVI legislatura». Nel corso di essa lei, assieme al senatore Lucio Malan di Forza Italia, ha presentato un disegno di legge sulla libertà religiosa che ha contribuito a raggiun- gere i risultati a cui si riferisce. Cosa vi proponevate di ottenere con quell’iniziativa? «Diverse intese tra lo stato e al- cune confessioni religiose già sti- pulate dal primo governo Prodi e, in seguito, dal quarto governo Berlusconi, erano di fatto conge- late. Si trattava di arrivare alla loro approvazione anche in via le- gislativa». Le Intese sono previste dall’arti- colo 8 della Costituzione per re- golare i rapporti delle confes- sioni religiose con lo stato. È una prescrizione che serve a proteggerle da eventuali impo- sizioni unilaterali, da parte dello stato italiano, di una qualche di- sciplina relativa ai loro rapporti con esso. Ciascuna intesa deve poi tradursi in legge, per entrare mento, una legge generale sulla libertà religiosa, sembrano dun- que molto positivi. «Certamente. L’approvazione con una legge delle nuove intese ha reso possibile una cosa impor- tante, cioè la soluzione delle ma- cro questioni di carattere organiz- zativo, senza perdersi in quelle di “definizione generale” che avreb- bero molto probabilmente bloc- cato di nuovo il dibattito». Questo tipo di approccio tutta- via è stato criticato. Da ultimo lo ha fatto Alessandro Ferrari, do- cente di diritto canonico ed ec- clesiastico all’Università degli studi dell’Insubria, nel libro La libertà religiosa in Italia. Un per- corso incompiuto . Cosa sosten- gono questi critici? «Per loro la preferenza accordata alle intese - non solo quelle ap- provate recentemente con legge, ma anche le “intese storiche” - piuttosto che a una legge gene- rale, ha generato una “piramide dei culti” al cui apice sarebbe un “diritto specialissimo”: il diritto pattizio con la chiesa cattolica e con le confessioni, ma con la prima in posizione sovraordinata rispetto alle seconde. Tale “diritto # Pagina precedente : veduta della camera del senato della repub- blica. Il prof. Stefano Ceccanti nel suo studio. # Qui : la fruizione dell’otto per mille è uno dei risultati concreti della stipula delle intese tra le singole confessioni religiose e lo stato ita- liano.
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=