Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2015
GENNAIO-FEBBRAIO 2015 MC 79 • Libertà religiosa | Costituzione | Laicità dello stato • MC RUBRICHE Redintegratio sull’ecumenismo e la dichiarazione Nostra Aetate sulle relazioni con le religioni non cristiane, costituirono documenti fondamentali per il pieno ricono- scimento da parte dei cattolici della libertà religiosa di ogni es- sere umano. Fu possibile, così, giungere nel 1984 al supera- mento del Concordato del ’29, sostituendolo con un accordo tra la chiesa cattolica e lo stato ita- liano ispirato ai principi della Co- stituzione e ai valori del Concilio. Si avviò quindi una trasforma- zione che, tuttavia, non è ancora conclusa. Oggi, infatti, ci si trova con la vecchia legge profonda- mente amputata delle sue parti incompatibili con la Costituzione. Come mai quella del ‘29 non è stata ancora sostituita da una nuova legge complessiva che regoli le questioni connesse alla libertà religiosa nel nostro paese? «Nella storia dell’Italia repubbli- cana è mancata, da parte delle autorità, una consapevole e or- ganica politica ecclesiastica. Lo aveva rilevato già Arturo Carlo Jemolo (1891-1981, luminare di diritto ecclesiastico, cattolico li- berale, impegnato in sostegno della laicità dello stato, ndr )». Non sono mancati, tuttavia, tentativi di introdurre una di- sciplina generale e organica sulla questione. «Sì. L’ultimo risale alla XV legisla- tura (2006-2008). Ma la proposta di legge di cui fu relatore Ro- berto Zaccaria (Pd) è naufra- gata». Ricordo che essa, recuperando proposte presentate in prece- denza e mai approvate, inten- deva caratterizzare in modo molto preciso il diritto di li- bertà religiosa, specificando i diritti dei singoli e delle confes- sioni religiose, ad esempio, an- che in relazione all’educazione scolastica, al lavoro, allo stato di «ministro di culto», ai loro rapporti con i privati e con le pubbliche amministrazioni, alla degenza in luoghi di cura, al- l’appartenenza alle forze ar- mate, all’internamento in isti- tuti di pena, alle esequie, alla tumulazione e, non da ultimo, agli effetti civili del matrimonio celebrato davanti a un ministro di culto non cattolico o a «sog- getto equiparato». Prevedeva pure, tra l’altro, una novità rile- vante come l’istituzione di un registro delle confessioni reli- giose presso il ministero del- l’Interno per definirne lo «sta- tus» nei confronti dell’ordina- mento italiano. Per quale motivo la proposta non è stata approvata? «Soprattutto perché non si è riu- sciti a trovare una posizione co- mune attorno al concetto di lai- cità dello stato. Esso era espre- sso nei primissimi articoli, tra le disposizioni di principio. In parla- mento e nel paese, in particolare nella posizione assunta dalla Conferenza episcopale italiana, si è manifestato un disaccordo che non è stato possibile conciliare». Sì. L’allora segretario generale della Cei, monsignor Giuseppe © ceccanti ilcannocchiale it Betori, sostenne, ad esempio, che l’introduzione del principio di laicità, «addirittura quale fondamento della legge sulla li- bertà religiosa», suscitava «sorpresa e contrarietà». Gli interventi su questo punto in parlamento, poi, avevano, a mio avviso, rivelato molteplici modi d’intendere il principio della laicità dello stato, pas- sando dall’uno all’altro senza vera consapevolezza. Cosa può insegnare tale esperienza? «Credo si debba concludere che è difficile superare le diverse vi- sioni quando si affrontano pro- blemi generali, concettuali e teo- logici. Una normativa generale inevitabilmente cerca di dare delle “definizioni di sistema” sulle quali l’accordo è arduo, se non addirittura impossibile. Non bisogna mai dimenticare, in- fatti, la lezione di Jean Bauberot (nato nel 1941, ndr ), storico e so- ciologo delle religioni francese, fondatore della sociologia della laicità. Egli ha sostenuto che, quando si parla di questi temi, ognuno parte dal suo lato del triangolo: 1) la libertà religiosa con la forza dei numeri per i cre- denti nella/e religione/i di mag- gioranza, 2) l’uguaglianza a pre- scindere dai numeri delle confes- sioni di minoranza, 3) la separa- zione tra chiese e stato per atei e agnostici. Si fa fatica a condurre tutti dentro i confini del trian- golo per far loro prendere co- scienza di tutti i lati. Prima di Bauberot, Jacques Maritain (1882-1973, filosofo cattolico francese, ndr ) lo aveva già spie- gato bene a Città del Messico il 6 novembre del 1947. Si era nella fase di preparazione della Dichia- razione dei diritti umani del- l’Onu. Egli sostenne che si trat- tava di accettare un paradosso: arrivare a un accordo su un co- mune pensiero politico, sull’af- fermazione di un medesimo in- sieme di “convinzioni che diri- gano l’azione”, è tanto più facile quanto più si rinunci a conver- gere sui fondamenti, cioè “sulla giustificazione dei principi pra- tici”».
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