Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2015
loro attenzione sulla loro in- capacità di capire, Gesù esprime a parole il cortocir- cuito in cui quegli uomini si trovano: «Chi di voi è senza peccato», chi di voi non condi- vide la stessa natura umana della donna, chi di voi ritiene che ella sia un oggetto, e non sua sorella, «scagli per primo la pietra contro di lei». Uomini che vogliono disporre della vita di una donna, che essi considerano un oggetto perché pecca- trice, non possono negare di essere essi stessi peccatori, quindi simili alla donna, suoi fratelli perché provenienti dalla stessa origine, accomu- nati da una simile condizione umana. Alla spic- ciolata, iniziando dai più anziani fino ai più gio- vani, tutti se ne vanno lasciando libera la donna, la quale a sua volta, forse, in quel momento comprende di essere stata altrettanto schiava, prima d’incontrare Gesù. Non più schiavi, ma fratelli. Non più imprigionati dentro l’assenza di fede, di speranza e di amore, dentro l’idea che la pace non sia possibile. Ma fratelli, persone in relazione tra loro che cono- scono la loro comune provenienza, consapevoli che la pace è impossibile senza un padre comune, difficile ma realizzabile accompagnati da Lui. Luca Lorusso lamento, dal mercato, dall’assenza di speranza e fede, dalla fame insod- disfatta di amore. Ancora oggi molti schiavi cercano la libe- razione. La riflessione sull’opposizione tra og- getto (schiavo) e soggetto (fratello), ci ha ricordato (chissà perché?) un altro brano di Giovanni, quello dell’adul- tera considerata oggetto dai farisei e dagli scribi, e invece soggetto da Gesù (Gv 8,1-11): «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Nel- l’episodio di Giovanni 8, Gesù, prima di rispondere, scrive col dito sulla sab- bia, poi, data l’insistenza degli accusa- tori, risponde: «Chi di voi è senza pec- cato, scagli per primo la pietra contro di lei». Infine si rivolge direttamente all’accusata: «Donna, dove sono?». Come suona diffe- rente la parola «donna» pronun- ciata prima dai fa- risei in terza per- sona singolare («lei»), e poi da Gesù in seconda persona singolare («tu»). Sembra quasi che Giovanni voglia rovesciare i ruoli: la donna adul- tera, percepita come oggetto dagli ideologi, diviene soggetto, un tu con cui Gesù si mette in rela- zione, una donna, una sorella, un’a- mica a cui Gesù fa conoscere l’amore del Padre («vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi»); i farisei e gli scribi che si credono liberi e padroni (soggetti), si scoprono invece schiavi (oggetti delle loro intransigenze) grazie all’espediente del Maestro di disegnare segni indecifrabili sulla sabbia: loro dovrebbero sapere sul conto di Dio Padre (attraverso le scritture e gli stessi insegna- menti di Gesù) cose fondamentali che invece non sanno. Loro chiedono a Gesù: «Tu che ne dici?», ma dovrebbero sapere già da sé la rispo- sta. Non sanno, non conoscono quello che Dio compie, perché sono schiavi («il servo non sa quello che fa il suo padrone»), non intuiscono in tal modo nemmeno di essere figli amati dal Pa- dre, cioè fratelli tra loro, fratelli della donna che vogliono lapidare. Solo dopo aver richiamato la GENNAIO-FEBBRAIO 2015 amico 73 AMICO.RIVISTAMISSIONICONSOLATA.IT C ari amici di amico , avrete notato che in questo numero di Missioni Consolata mancano le sedici pagine dedicate ai giovani e all’animazione missionaria che da quattro anni siete abituati a trovare a inizio anno. A mico cartaceo non è sparito, ha solo cambiato periodicità: da tre «inserti di form Azione missionaria» all’anno, pas- siamo a cinque, con una fogliazione leggermente inferiore. Ci ritroveremo quindi nel prossimo numero di marzo, e poi in quelli di maggio, luglio, ottobre e dicembre 2015. Nel frattempo seguiteci online su amico.rivistamissioniconsolata.it
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