Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2015

I l contrasto tra due parole forti che esprimono due modalità opposte di concepire la rela- zione con l’altro è ciò che ci propone il tema della 48 a gior- nata mondiale della pace celebrata il 1° gennaio: Non più schiavi, ma fratelli. Due termini carichi di significati: lo schiavo è oggetto che non dispone di sé, proprietà di chi brama possederlo; il fra- tello è soggetto , persona libera, dignità. Il fratello inoltre non è soltanto persona e basta, ma è persona in relazione, che condi- vide con qualcuno lo stesso padre, una co- mune provenienza, una medesima origine, un’identica sostanza umana. Mentre scriviamo, il testo del messaggio del Papa non è ancora disponibile. Possiamo tutta- via immaginare ci sia, tra i brani biblici che hanno ispirato il tema, Giovanni 15,15: «Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi». Il tema scelto dal pontefice è ampio e urgente. La schiavitù non è infatti un flagello relegato nel pas- sato: sono molteplici e spesso nascoste le sue forme odierne. Schiavitù «esterne», vissute da persone vit- time di tratta, di condizioni di lavoro estreme, di situa- zioni di guerra, di famiglie segreganti, di violenze, di discriminazioni, di degrado ambientale, di malattie, e di altro ancora; schiavitù «interiori» vissute da persone do- minate da ideologie o moralismi, da sensi di colpa, dal- l’invasività delle tecnologie della comunicazione, dall’iso- Non più schiavi, ma fratelli AMICO.RIVISTAMISSION ICONSOLATA.IT Caro amico Trey Ratcliff/Flickr com di Luca Lorusso

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