Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2015

MC ARTICOLI GENNAIO-FEBBRAIO 2015 MC 71 la sua bontà verso di noi in Cristo Gesù». A causa della sua miseri- cordia Dio ci salva. La parola chiave di tutta la storia umana in relazione a Dio è dunque la mise- ricordia. Uno degli aspetti essenziali della misericordia di Dio è la gratuità. Dal momento in cui Dio ha deciso di avvicinarsi all’uomo per farsi conoscere, ha già preso la deci- sione di perdonarlo. L’incontro di Dio con l’uomo è sempre in vista del perdono, della pace, della ri- conciliazione. La storia della sal- vezza non è altro che la storia di questo incontro, che diventa to- tale e decisivo fino a farsi defini- tivo in Cristo Gesù. «Quando però si sono manifestati la bontà di Dio e il suo amore per gli uomini, egli ci ha salvati non in virtù di opere di giustizia da noi compiuta, ma per sua misericordia mediante il lavacro di rigenerazione e di rin- novamento nello Spirito Santo, ef- fuso da lui su di noi abbondante- mente per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro, perché giustifi- cati dalla sua grazia diventassimo eredi, secondo la speranza, della vita eterna» (Tt 3, 4-7). Proprio perché totalmente gratuita, senza supporre nulla da parte dell’uomo peccatore, la misericordia chiede di essere accettata e creduta. Il Si- gnore è vicino all’uomo per do- nargli la sua misericordia. D ire misericordia è dire qualcosa di inaudito sulla vita intima di Dio. Non vuole dire quindi solo che io ci riconcilia a Lui, ma anche che egli si svela come misericor- dioso. È questo un mistero che supera le nostre capacità di com- prendere Dio nella sua realtà. C’è un mistero di sovrabbondanza del dono di Dio, di misericordia, al punto che Paolo esclama: «Dio ha rinchiuso tutti nella disobbe- dienza in rapporto al peccato, per usare a tutti misericordia […]. O profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Quanto sono impenetrabili i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie! Infatti, chi mai ha potuto cono- scere il pensiero del Signore? [...] O chi gli ha dato qualcosa per primo, sì che abbia a riceverne il contraccambio? Poiché da lui, grazie a lui sono tutte le cose» (Rm 11, 32-36). La misericordia di Dio non è dunque un attributo se- condario: è il volto stesso dell’a- more di Dio per noi. Per questo Dio non si pentirà mai di essere misericordioso. La misericordia impegna l’amore infinito ed eterno che è Dio: «Dio è amore», ha scritto l’evangelista Giovanni. Una misericordia che cancella to- talmente il peccato. La misericor- dia che si manifesta attraverso la persona di Cristo non è mai arro- gante, ma è quella di un servitore dolce e umile di cuore. Non cade dall’alto, non mantiene le di- stanze, si fa semplice, vicina. Non è sentimentalismo. È la misericor- dia di Dio che cancella veramente il peccato. Il suo primo effetto è di perdonare, rialzare, guidare. A volte si dice che l’insistenza del cristianesimo sul peccato ha os- sessionato patologicamente l’u- manità. Un certo modo di presen- tare le verità cristiane può avere favorito una tale interpretazione, e avere dinanzi certi confessori anche. Occorre sempre ricordare che non si può mai slegare il pec- cato dal perdono e dalla miseri- cordia di Dio. La misericordia ha la capacità di risvegliare il pecca- tore: «Se son caduto, mi rialzerò; se siedo nelle tenebre il Signore sarà la mia luce» (Michea 7, 7-9). I nfine la misericordia è la prima e ultima parola della fede. Le difficoltà e la durezza dell’esi- stenza, per chi accetta la parola di Dio, acquisiscono un tono, un si- gnificato diverso e nuovo. Il mondo nella sua concreta realtà di bene e di male appare più accetta- bile. Accanto alla durezza della vita, il credente scopre la miseri- cordia materna e paterna di Dio. Solo in questa prospettiva si pos- sono comprendere il senso degli avvenimenti della nostra vita e della nostra storia umana. È que- sta la sconcertante rivelazione di fronte alle tragedie umane: «Voi siete i miei testimoni, che io mi sono scelto perché mi conosciate e crediate in me e comprendiate chi sono io». Chi crede osa leggere gli avvenimenti nel linguaggio della misericordia, dell’amore e della bontà di Dio per noi, e acqui- sisce la facoltà di illuminare la du- rezza dell’esistenza e della storia umana. Lo dice il salmo 103/102, 8: «Buono e pietoso è il Signore, lento all’ira e grande nell’amore», frase che l’evangelista Matteo in- vita a tradurre in una Beatitudine: «Beati i misericordiosi, perché tro- veranno misericordia» (Mt 5, 7). Giampietro Casiraghi

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=