Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2015
# Misericordia è rimet- tere i bambini e i vec- chi al centro della no- stra società come se- gno di una «inversione a U» in direzione della persona umana e non del profitto. 70 MC GENNAIO-FEBBRAIO 2015 appare senza difesa davanti alla miseria e alla sofferenza degli uo- mini, è la misericordia incarnata di Dio. La parabola del Figliol Pro- digo o, meglio, del Padre buono e misericordioso, del Padre con vi- scere di madre, è una chiara testi- monianza. Vi è evocata tutta la storia dell’A.T. Il figlio più giovane (come Israele), si allontana dal padre (da Dio), e fa esperienza di peccato, di povertà e fame. Ri- dia di Dio. È questa la teologia contenuta nella lettera ai Romani, riassunta con incisività e vigore in Ef 2, 4-7: «Ma Dio, ricco di miseri- cordia, per il grande amore con il quale ci ha amati, da morti che eravamo per i peccati, ci ha fatti rivivere in Cristo; per grazia infatti siete stati salvati e ci ha risuscitati in Cristo Gesù, per mostrare nei secoli futuri la straordinaria ric- chezza della sua grazia mediante M a fino a che punto Dio si può impegnare con gli uomini? Fino a che punto arriva il suo per- dono e la sua misericordia? Gesù solo può rispondere a queste do- mande. Egli, infatti, ha il compito di rivelare la misericordia del Pa- dre. Fin dall’inizio del suo Van- gelo, Luca canta la misericordia di Dio: essa si estende di età in età, di generazione in generazione; si manifesta nella nascita di Gio- vanni Battista; Zaccaria proclama che Dio ha concesso la sua miseri- cordia ai padri antichi e che, con la nascita di Giovanni, inaugura l’opera della sua misericordia. Tutti gli atti di Gesù si pongono in questa linea: «Io voglio misericor- dia, non sacrifici», «Sono venuto per i peccatori, non per i giusti». È il suo programma di vita e di an- nuncio. È la misericordia di Dio. Per questo Gesù predilige i poveri, è l’amico dei pubblicani, siede alla loro tavola, lascia che gli si avvicini una peccatrice e con infinita deli- catezza la perdona. Gesù è venuto a «cercare e salvare ciò che era perduto» (Lc 19, 10; cfr. Lc 4, 18; 7, 22.34.39; 19, 5). S pesso gli evangelisti usano un verbo molto significativo per indicare la misericordia di Dio verso di noi: «Com- muoversi fin nell’interiora», sen- tire uno sconvolgimento simile a quello della madre verso il figlio portato nell’utero. Misericordia è come la dimensione materna del- l’amore. E questo termine è usato dagli evangelisti per descrivere le azioni di Gesù che ne evidenziano la missione. Ecco alcuni esempi: «Sbarcando, Gesù vide una folla numerosa e si commosse per loro, perché erano come pecore senza pastore, e si mise a inse- gnare loro molte cose» (Mc 6, 34; cfr. Mt 14, 14). Matteo usa un’e- spressione che riassume il mi- stero di Gesù: «Vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pe- core senza pastore» (Mt 9, 36). Gesù si comporta come il Dio di misericordia descritto nell’A.T., le cui viscere tremarono alla vista del popolo oppresso dai peccati e dalla schiavitù d’Egitto. Così Gesù MONDO © AfMC/Domenico Brusa © AfMC/Chiara Giovetti corda il tempo dell’abbondanza e, come la sposa di Osea, dice: «Mi leverò e andrò da mio pa- dre». Il padre è lì in attesa e, quando il figlio è ancora lontano, lo vede, si commuove, gli corre incontro e lo bacia. Di fronte a questo atteggiamento, scribi e fa- risei sono sconcertati. L a misericordia di Dio si estende a tutti gli uomini. Lo sottolinea in particolare Paolo: «Dico infatti che Cri- sto si è fatto servitore dei circon- cisi in favore di Dio vero, per com- piere le promesse dei padri: le na- zioni pagane invece glorificano Dio per la sua misericordia» (Rm 15, 8-9). Pagani e giudei, tutti sono uguali davanti a Dio, perché tutti hanno peccato e tutti hanno assoluto bisogno della misericor-
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