Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2015

GENNAIO-FEBBRAIO 2015 MC 7 La Chiesa nel mondo a cura di Sergio Frassetto roco di questo territorio, ha potuto celebrare qui l’eucaristia ogni due settimane e, da poco tempo, una volta alla settimana, sia pure con grande sacrificio. Ogni domenica infatti, dopo la messa celebrata nella sua parrocchia e in altre due comunità, don Ding Shi Jun per- corre cento chilometri, arrivando nelle prime ore del pomeriggio, per celebrare la messa per la co- munità di Lai Gang. Il 22 novem- bre, vigilia della festa di Cristo Re, il locale adibito a cappella è stato consacrato ufficialmente. Don Ding ha diversi progetti: «Nella nuova cappella stiamo preparando una mostra per presentare il cat- tolicesimo, a scopo di evangeliz- zazione. Vogliamo invitare qui dei bravi catechisti per scambiare con noi la loro esperienza di fede e di evangelizzazione». (Fides) LAOS CRISTIANI SFRATTATI S ette cristiani di etnia Hmong sono stati arrestati nella pro- vincia di Luang Namtha, nel Nord del Laos, il 2 novembre scorso, dopo essersi convertiti dall’animi- smo al cristianesimo. Nei giorni successivi cinque di loro sono stati rilasciati dopo aver firmato un im- pegno a rinunciare alla nuova fe- de, mentre altri che hanno rifiuta- to sono stati trasferiti nella prigio- ne provinciale. L’accusa è «turbamento della pace sociale». Nella provincia di Borikhamxay sei famiglie cristiane Hmong (in tutto circa 25 persone) sono state cacciate dal loro villaggio di Ki Hai dopo essersi rifiutate di abbando- nare la fede. Le sei famiglie si e- rano convertite al cristianesimo dall’animismo e, per questo moti- vo, le autorità locali hanno arre- stato due uomini tra i capo fami- glia, tenendoli in carcere per circa un mese e chiedendo loro di ri- que continenti. Tra loro anche vit- time della tratta degli esseri uma- ni e dello sfruttamento della pro- stituzione. I giovani hanno fatto appello agli stati richiamandoli al- le loro responsabilità. In particola- re hanno chiesto agli organismi statali di «proteggere i diritti uma- ni e offrire l’assistenza necessaria alle vittime della prostituzione e della tratta di persone». (Radio Vaticana) CINA UNA CAPPELLA PER LAI GANG U n grande entusiasmo ha ca- ratterizzato la celebrazione della messa nel giorno di Tutti i Santi, il primo novembre, nella piccola comunità di Lai Gang. In- fatti dopo anni di assenza di sa- cerdoti e di mancanza di un luogo dove riunirsi per la preghiera, la piccola comunità cattolica ha po- tuto finalmente celebrare la mes- sa in una cappella. La comunità si trova a 100 chilometri dal capo- luogo dello Shan Dong, ed è com- posta da meno di un centinaio di cattolici soprattutto anziani. Negli anni precedenti questi dovevano affrontare lunghi viaggi per parte- cipare alla messa almeno nelle solennità liturgiche. Da quando don Ding Shi Jun è diventato par- VATICANO NO ALLA SCHIAVITU’ S ono circa 36 milioni le vittime della schiavitù nel mondo: ol- tre la metà, il 61%, sono concen- trate in India, seguita da Cina, Pakistan, Uzbekistan, e Russia. 566 mila gli schiavi in Europa. Lo denuncia la ong australiana Walk Free Foundation . Tra i continenti il maggior numero di schiavi si con- ta in Africa e Asia. Se si analizza la percentuale delle persone ridotte in schiavitù, la Mauritania registra la più forte proporzione: sono il 4% rispetto al totale della popola- zione. Uomini, donne, bambini di ogni età sfruttati in vari ambiti dalle piantagioni di cotone e di cannabis alla prostituzione, dai matrimoni forzati alla vendita di minori. La schiavitù contribuisce alla produzione di 122 tipi di pro- dotti per 58 paesi con una stima di 120 miliardi di euro l’anno di pro- fitti. In questo contesto, una vera e propria lotta contro quella menta- lità che porta l’umanità a conside- rare la persona come «un oggetto che si usa e si butta via» l’ha chie- sta Papa Francesco ai giovani riu- niti nel simposio sulla tratta delle persone, svoltosi dal 15 al 16 no- vembre scorso, in Vaticano. Al simposio, hanno partecipato oltre cento giovani provenienti dai cin- # India: bambini fabbricano palloni.

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