Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2015

GENNAIO-FEBBRAIO 2015 MC 63 MC ARTICOLI # In basso a sinistra : l’ospedale dedicato a Schweitzer ad Haiti. # Qui sotto : il dottore in un momento di relax cura una scimmietta; in alto a sinistra : un suo intenso ritratto; # Sotto : quadro di un artista gabo- nese che ritrae Schweitzer all’ospe- dale di Lambaréné. certi, si fermò ad Amburgo per ag- giornarsi sui progressi della tera- pia del sonno, e frequentare un corso di chirurgia che gli consen- tisse di affrontare e risolvere la quasi totalità delle patologie chi- rurgiche. Troppa inculturazione? Non sono mancate le critiche a lui e al suo ospedale, ma è bene ram- mentare che l’obiettività è frutto delle cose nella situazione stessa e nel loro momento storico. Ed è ciò che Schweitzer applicò in pra- tica nel suo tanto discusso villag- gio sanitario ove accolse gli am- malati e le loro famiglie, assieme agli animali, e acconsentì a la- sciare che i vari gruppi etnici vi- vessero secondo i loro costumi, adattandosi egli stesso alla cul- tura dei popoli locali e rispon- dendo alle esigenze degli amma- lati, rispettoso com’era, sino al- l’eccesso, della libertà individuale degli africani. Tollerò le loro abitudini tribali, la poligamia, le loro interminabili di- scussioni… Risultati di un’improvvi- sazione che ha avuto come scopo combattere le sofferenze e guarire i suoi ammalati. «Tutto questo - af- fermava - è insito nello spirito del cristianesimo, e come tale si mani- festa più o meno in tutte le reli- gioni delle varie civiltà». « Le grand docteur » visse in po- vertà nel suo ospedale, ove il su- perfluo era bandito, e fu per que- sto che le illusioni e le ambizioni nate dall’indipendenza politica negli anni ’60, determinarono quell’atteggiamento di disprezzo, di avversione che indusse molti a giudicare la struttura superata o, peggio ancora, vergognosa. Forse tardi, ma ancora in tempo, Schweitzer comprese che l’amore per il prossimo (il vero fine dell’e- sistenza, la poetica «escatologica» alla quale il mistero della fede portava, ben al di là delle que- stioni filosofiche e teologiche) non poteva avvenire se non sacri- ficando la propria vita. Egli trasse l’amara constatazione di vivere in un periodo di decadenza spiri- tuale, dove la rinuncia a pensare è una dichiarazione di fallimento, ma risvegliava in lui la forza di combattere per far recuperare di- gnità all’essere umano. Nel 1952 gli fu riconosciuto il premio Nobel per la Pace (33.480 dollari) che utilizzò per ampliare e completare « le village lumière » (villaggio della luce), per la cura fisica e spirituale dei suoi lebbrosi. Ernesto Bodini _____________________ MC ha già pubblicato scritti dello stesso autore su Schweitzer a maggio 2004 e gennaio 2008.

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=