Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2015

MC ARTICOLI # A sinistra : il dottor Lachlan Forrow, presidente del The Albert Schweitzer fellowship . # Sopra : una mappa del Gabon con l’indicazione della posizione di Lambaréné. # A fianco : una parte dell’ospedale di Lambaréné. aveva ben capito, come si evince soprattutto nel suo libro « Histoi- res de la forêt vierge » dalla profonda analisi psicologica delle popolazioni africane. Modernità passo passo Schweitzer pensava di poter ren- dere il suo ospedale più moderno solamente procedendo per gradi. «Noi - spiegava ai suoi interlocu- tori che gli facevano visita - non siamo qui soltanto per curare er- nie o filariosi: abbiamo anche il dovere di aiutare questa gente a imparare a camminare da sola. Ed è insensato pretendere che l’uomo della foresta apprenda ciò che della nostra civiltà tecnologica e spirituale possa essergli utile tutto d’un colpo, partendo da zero. Bisogna condurlo per gradi. Il mio ospedale per lui vuole es- sere, non soltanto il surrogato più efficiente dello stregone, ma una scuola di vita. Così io gli insegno di amare il prossimo anche se è di una etnia diversa. Gli insegno a la- vorare, gli faccio vedere che quando il fiume si abbassa nella stagione secca si può disboscare la riva e piantare qualcosa di di- verso dalla manioca. Gli dimostro che unendo le forze si ottiene un risultato più rapido e più utile per tutti: deve sentire che le risorse stanno in lui, dentro di lui, che può operare in questo suo am- biente, purché lo voglia. Il mio villaggio-ospedale dovrà progredire, da un punto di vista tecnico, insieme con il progresso generale di tutti i villaggi che gli stanno intorno per centinaia di miglia: dovrà sempre essere un poco più avanti, per fare da guida, ma senza perdere il contatto». Pioniere nei farmaci Durante la sua permanenza in Ga- bon Schweitzer si dedicò preva- lentemente all’attività medica e chirurgica, che fu incrementata con l’arrivo del dottor Marc Lau- temburg. «Il dottor Schweitzer, nel campo della scienza medica - precisa Adriano M. Sancin, chi- rurgo e ginecologo triestino, che per oltre trent’anni si è dedicato ad attività organizzative nell’am- bito dell’assistenza sanitaria in Africa ed Estremo Oriente - non fu un genio e non ha mai inventato nulla. Vanno quindi eliminate certe idee sulla sua genialità ri- portate varie volte dai media. Quello che invece ci stupisce di Schweitzer, e ciò vale per tutte le sfere della sua attività, non è tanto la sua capacità geniale quanto la pazienza di apprendere. Una pazienza sostenuta indubbia- mente da una straordinaria forza di volontà e favorita, pure, come egli stesso affermava, da una buona dose di fortuna». Gli inter- venti principali riguardavano ernie giganti, elefantiasi (malattia pro- vocata dall’ostruzione dei vasi lin- fatici da parte di microfilarie, nda ), fibromi uterini, gozzi, piaghe e ferite causate soprattutto dal- l’attività di disboscamento. Di- versi i casi disperati. Si operava in anestesia generale o locale, e i pazienti ben presto si resero conto che nessuna magia o farmacopea africana li avrebbe potuti guarire. Nel 1939 gli inter- venti furono 700. Contro patolo- gie come filariosi, malaria, malat- tia del sonno, lebbra, ulcera fage- denica, affezioni intestinali, dis- GENNAIO-FEBBRAIO 2015 MC 61

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