Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2015
rispettare in ogni senso la vita e la dignità dei suoi simili. Egli rias- sume il suo concetto morale nella formula «Rispetto per la vita». Grandezza di azioni umane che, come scrisse Pasteur: «Si misura dall’ispirazione che le ha fatte na- scere. Felice colui che porta in sé un Dio, un ideale di bellezza e gli obbedisce: ideale dell’arte, ideale della scienza, ideale della patria, ideale della virtù del Vangelo! Sono queste le vere fonti vive delle grandi idee e delle grandi azioni…». Un villaggio - ospedale a dimensione umana L’ospedale «Albert Schweitzer» di Lambaréné sorge sulla riva sini- stra del fiume Ogooué, a circa 200 chilometri dall’Oceano Atlantico. La regione è coperta da una fore- sta equatoriale quasi impenetra- bile, il clima è dei peggiori a causa dell’elevato tasso di umidità. Il vil- laggio-ospedale all’inizio aveva grandi baracche di legno, col tetto in lamiera per reggere alle conti- nue piogge equatoriali. Le famiglie prendevano alloggio gratuito e vivevano secondo le proprie usanze, in attesa che il pa- rente infermo guarisse. Innume- revoli i tabù, i riti, le abitudini de- gli abitanti che non vivevano, e non vivono, in grandi comunità come le nostre, nelle quali i co- stumi si sono uniformati, bensì in piccoli gruppi tribali, ognuno dei quali strettamente vincolato a particolari consuetudini e usi. Sarebbe stato impensabile pre- tendere di cambiare mentalità e atteggiamenti primordiali: per il «locale» è più importante rispet- tare il proprio tabù che cercare una guarigione corporale, in quanto ha più valore il legame con il suo ambiente spirituale che la speranza o la fiducia di scam- pare alla morte. E Schweitzer lo avesse immaginato. «Ai malati in- digeni - scriveva - occorre dire tutta la verità. Essi vogliono sa- perla per meglio sopportarla. La morte per loro è una cosa natu- rale, non la temono e la guardano tranquillamente in faccia. Doman- davo ai miei malati di manife- stare, nel limite del possibile, con degli atti di riconoscenza i loro sentimenti per le cure avute… Al momento di lasciare l’ospedale, guariti, mi chiedevano il permesso di diventare loro amico». « Le grand docteur », come veniva chiamato, sosteneva inoltre che tre questioni sono importanti: il progresso nel sapere e nella tec- nica; il progresso nella socializza- zione dell’uomo; il progresso nella spiritualità. Quest’ultimo è il più importante. Profonde convinzioni dettate dalla sua saggezza. Schweitzer sostiene il principio «l’uomo appartiene all’uomo», ovvero l’essere umano è tenuto a africa 60 MC GENNAIO-FEBBRAIO 2015 L’ospedale Albert Schweitzer di Lambaréné oggi L’amore donato fiorisce «A ttualmente - spiega il dottor Lachlan For- row, presidente del The Albert Schweitzer fellowship - l’ospedale è strutturato su sette reparti: radiologia, medicina, chirurgia, psichia- tria e odontoiatria. Vi lavorano otto medici (sette afri- cani) e un centinaio di infermieri (la maggior parte dei quali locali). Nel 2012, tra ricoveri e visite, ha of- ferto assistenza a 30 mila persone. Oggi, come in pas- sato, è il punto di riferimento di un ampio bacino di popolazione, non solo gabonese. I finanziamenti arrivano dallo stato gabonese (45%), da donatori svizzeri (21%), tedeschi (7%) e la parte re- stante (27%) da donatori nel resto del mondo». C he cosa resta del messaggio nell’attuale ospe- dale? «L’azione del dottor Schweitzer - ha di- chiarato Forrow in una intervista raccolta da Enrico Casale per la rivista Popoli del 2013 - era in- centrata sul principio del “rispetto per la vita”. Que- sto stesso principio è stato fatto nostro e ispira la “Carta dei valori dell’ospedale”. Noi lavoriamo inoltre per promuovere la crescita professionale e umana della popolazione africana. Non è un caso che la no- stra Fondazione abbia sede in Gabon e che per sta- tuto otto membri (su 15) del Consiglio direttivo siano africani. Come anche la maggior parte dei nostri di- pendenti». L’ ospedale di Lambaréné è oggi uno dei più im- portanti e avanzati di tutto il continente, ma il la- scito che Schweitzer ha do- nato all’intera uma- nità va ben oltre: il suo esempio, la sua costanza. La cer- tezza con la quale ha agito, la con- ferma che l’amore donato altruistica- mente, germoglia e fiorisce estendendosi a tutte le forme viventi, non ha prezzo, e una volta tra- smessa, perdura nel tempo. Da qui il suo inse- gnamento: «L’uomo non troverà la pace interiore finché non imparerà a estendere la propria com- passione a tutti gli esseri vi- venti». E.B.
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