Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2015

AFricA di ERNESTO BODINI 58 MC GENNAIO-FEBBRAIO 2015 «P oiché ritengo che il compito della mia vita sia quello di lottare sotto cieli lontani a favore degli ammalati, ri- tengo che dovremmo considerare il lavoro che occorre compiere per le misere genti di colore non sem- plicemente come un buon lavoro ma come un dovere che non deve essere evitato». È questa una delle più celebri e profonde affer- mazioni di Albert Schweitzer, or- ganista geniale, teologo prote- stante, filosofo e medico filan- tropo (di cui quest’anno ricorre il 50° della morte, avvenuta il 4 set- tembre 1965), ancora oggi consi- derato una delle figure etiche e spirituali più significative del no- stro tempo. Nato il 14 gennaio 1875 a Kaysersberg, nell’Alta Alsa- zia (Francia), quest’uomo, inte- riormente tormentato (ancora ALbert schweitzer: 50 ANNi dALLA morte CURE, DIGNITÀ E RISPETTO Geniale organista e teologo, fin da bam- bino vorrebbe alle- viare le sofferenze al- trui. A 30 anni decide di diventare medico per i più poveri. Nel 1913 fonda l’ospedale-villaggio di Lambaréné, in Gabon. L’obiettivo è portare cure mediche mo- derne, ma nel rispetto totale delle culture locali. È pioniere nel- l’uso di alcuni farmaci a quelle latitudini. Fermo nel principio del «rispetto per la vita», come riflesso dello spirito del cristianesimo. giovane era già famoso in tutta Europa per le sue straordinarie in- terpretazioni di Bach), sentiva di non condividere totalmente la vita di quel Cristo che venerava profondamente, e avvertiva insi- stentemente l’esigenza di rispon- dere ai bisogni dell’umanità. Si chiedeva sovente, arrivato al suo trentesimo anno di vita, quale fosse il vero significato delle pa- role di Gesù: «Colui che intende

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