Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2015

MC ARTICOLI GENNAIO-FEBBRAIO 2015 MC 57 N OTE 1 - Cfr. Instituto Socioambiental (Isa), Di- versidade Socioambiental de Roraima , São Paulo 2011, pag. 19. 2 - Il termine «makuxi» si può incontrare scritto anche come «macuxi». L’eventuale accento di makuxí e Surumú viene utiliz- zato soltanto per facilitare la pronuncia in lingua italiana. 3 - Il sito del Consiglio indigeno di Ro- raima: www.cir.org.br. 4 - Sulla missione di Surumu si veda il dossier firmato da Consiglio indigeno di Roraima, Benedetto Bellesi e Carlo Mi- glietta, Anche gli angeli perdono le ali , in MC luglio-agosto 2001. 5 - Si tratta della chiesa evangelica della Assembléia de Deus, una delle più potenti in Brasile. Sul tema si veda: Folha de S.Paulo , 28 agosto 2008. 6 - Si tratta delle organizzazioni Arikon, Alicidir e Sodiur ( Sociedade de Defesa dos Índios Unidos do Norte de Roraima ). Quest’ultima, in particolare, si è resa re- sponsabile della distruzione della mis- sione di Surumu nel settembre del 2005. Governatori e politiche anti indigene ll makuxi Anselmo Dioniso Filho è il coordinatore della scuola, anche se ci tiene a precisare che la sua gestione è collegiale. Oggi i corsi del Centro di forma- zione e cultura Raposa Serra do Sol sono seguiti da 32 studenti di varie etnie. Accanto alle discipline classiche (matematica, chimica, biologia, ecc.), vengono insegnate la cultura e la tradizione indigene. Perché si vogliono preparare tec- nici, ma anche leaders comunitari. Questo legame studenti-comunità è stato rinforzato dall’introdu- zione del sistema dell’alternanza ( sistema de alternância ), come ci spiega il coordinatore: «Sono 4 anni di studio, ma ogni 2 mesi gli alunni tornano nelle proprie co- munità per mettere in pratica ciò che qui stanno apprendendo». Anselmo parla con voce bassa, però l’orgoglio indigeno traspare chiaramente dalle sue parole. «In ragione della sua funzione, il cen- tro è sempre stato visto come una minaccia da parte degli invasori, garimpeiros o arrozeiros . Per que- sto lo attaccarono». Il cippo incon- trato all’entrata del centro non ri- portava soltanto il motto «Sag- gezza, lavoro, pazienza», ma an- che tre altre parole, che sintetiz- zano il progetto politico delle co- munità indigene: terra, identità e autonomia. Un progetto malvisto dalle autorità locali. «Il governo di Roraima - spiega Anselmo - continua ad attuare una politica anti indigena. A tal punto che ha creato proprie organizza- zioni indigene per dividerci e per contrastarci dal di dentro, cer- cando di impedirci di attuare i no- stri progetti» 6 . Quello di Anselmo non è un giudi- zio influenzato dall’essere parte in causa. I governi di Roraima hanno sempre contrastato i diritti indi- geni e in particolare la demarca- zione in area continua. Il progetto era (ed è) di demarcare le terre in- digene in isole, dividendo in tal modo non soltanto l’area geogra- fica, ma le stesse popolazioni indi- gene ( demarcação contínua versus demarcação em ilhas ). Ritorno tra i bianchi Risaliamo sull’auto di dom Roque. Lasciamo la comunità makuxi e Raposa Serra do Sol. Ci aspettano 200 chilometri sull’asfalto della Br- 174 prima di rientrare a Boa Vista, capitale di Roraima. Una capitale bianca che non ha mai nascosto la propria insofferenza per le terre indigene e i suoi abitanti. Paolo Moiola (fine terza puntata - continua) # Sopra : la cantante del coro della comunità di Barro . A fianco : la pa- gina iniziale del reportage di Veja contro Raposa (del 1° giugno 2011). Sotto, a sinistra : un cresimando makuxi di Barro.

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