Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2015
Il Centro indigeno di formazione e cultura è nato nel 1997 su inizia- tiva del Consiglio indigeno di Ro- raima ( Conselho Indígena de Ro- raima , Cir 3 ) e della diocesi con l’o- biettivo di formare tecnici specia- lizzati in agricoltura, allevamento e gestione ambientale. Il posto è bello: una collinetta al- berata sulla e attorno alla quale sono sorti alcuni edifici. Ma la prima impressione è incompleta. Avvicinandoci ci accorgiamo che una parte delle costruzioni sono scatole vuote: hanno soltanto i muri esterni. È tutto ciò che ri- mane della missione Surumu fon- data dai missionari e missionarie della Consolata 4 . Schierata al fianco delle popola- zioni indigene e a favore della de- marcazione in area continua delle loro terre, la missione era invisa ai bianchi che di quelle terre si erano impossessati. Insulti, intimidazioni e violenze erano all’ordine del giorno. Quando il ministro Marcio Thomas Bastos annunciò che il presidente Lula avrebbe firmato l’omologazione di Raposa Terra do Sol, le azioni dei fazendeiros bian- chi si fecero più eclatanti a Boa Vi- sta e in tutto lo stato. Nel gennaio del 2004 la missione fu assaltata e tre missionari della Consolata fu- rono sequestrati e tenuti in ostag- gio per alcuni giorni. Gli autori erano un gruppo di indigeni con- trari alla demarcazione, ma dietro di loro si nascondevano i bianchi (e la chiesa evangelica della re- gione) 5 . Quasi un anno e mezzo dopo - era l’aprile del 2005 - Lula firmò il decreto d’omologazione. Anche in questo caso la reazione fu violenta. «Il 17 settembre - rac- conta padre Carlos - oltre un centi- naio di indios assaltò la missione. Vennero devastati e bruciati la chiesa, la mensa e il dormitorio degli studenti, una parte dell’o- spedale e degli alloggiamenti delle suore compresa la cappella, la bi- blioteca e la sala per gli incontri. Un professore fu picchiato. Non ci furono altre vittime soltanto per- ché quel giorno i missionari, le suore e la coppia di volontari laici erano fuori sede. Come nel 2004, anche in questo caso i mandanti erano i fazendeiros guidati da Paulo César Quartiero». Quella di Paulo César Quartiero è una storia di potere e impunità. È stato il la- tifondista (produttore di riso) più importante della regione, respon- sabile della maggior parte delle azioni violente contro la demarca- zione, almeno fino al 2009. In quell’anno il Supremo tribunale federale obbliga i non-indigeni a lasciare Raposa. I media si divi- dono. Alcuni si schierano contro la decisione. Altri parlano di evento storico: per la prima volta sono i latifondisti a doversene andare (dietro indennizzo) e non gli indi- geni. Quartiero, sempre impunito, cambia strategia. Nel 2010 acqui- sta 12 mila ettari di terra sull’isola di Marajó, nello stato del Pará (tra l’altro, innescando anche lì una se- rie di conflitti). Nello stesso anno viene eletto deputato federale, di- stinguendosi subito per la sua atti- vità anti indigena. Nell’ottobre del 2014 viene eletto vicegovernatore di Roraima. Quello che farà nella sua nuova veste lo vedremo nei prossimi mesi. RORAIMA 56 MC GENNAIO-FEBBRAIO 2015 # A destra : padre Carlos Eduardo Alarcón davanti a una placca del «Centro di formazione e cultura Ra- posa Serra do Sol». Sotto : il makuxi Anselmo Dioniso Filho, coordinatore della scuola (alle sue spalle si può notare lo scheletro della chiesa bruciata nell’assalto del settembre 2005).
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