Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2015

RORAIMA 54 MC GENNAIO-FEBBRAIO 2015 guivo i programmi di attenzione medica alle madri e ai bambini. E facevo formazione agli aspiranti agenti di sa- lute». L’ospedale e il centro svolgevano una funzione me- ritoria eppure furono distrutti. «Surumu aveva sempre subito minacce da parte degli invasori. Lo temevano per- ché formava leaders comunitari e costituiva un laborato- rio di resistenza indigena. Il centro funziona, ma ancora oggi, a tanti anni dai fatti, l’ospedale e gran parte della struttura non sono stati ricostruiti». Chiediamo a Ester se, a suo parere, gli indigeni hanno un rapporto migliore con la terra e la natura rispetto ai bian- chi. «La terra e la natura - spiega - sono parte di loro. Sono elementi indivisibili. Fanno parte del loro mondo e del loro spirito. A tal punto che le malattie vengono spie- gate come una rottura dell’equilibrio tra natura e per- sona». La famiglia Ventura Tello e l’incognita del ritorno All’inizio del 2015 Ester, Luis e i loro tre figli dovrebbero rientrare in Spagna. Cosa succederà?, domandiamo. © Luis Ventura # A sinistra e sopra : gli alloggi del Centro non sono stati rico- struiti ( a sinistra : come sono oggi; sopra : nel settembre 2005). Qui sotto : settembre 2005, la devastazione e un momento della visita di dom Roque Paloschi (con la maglietta bianca) e dom Aldo Mongiano (con il cappellino). © Luis Ventura © Luis Ventura Ester ci pensa un attimo prima di rispondere: «Quando torneremo al nostro paese, per noi non sarà facile. Vivere in un edificio di otto piani. Uscire di casa e incontrare una piazza in cemento. Dover andare lontani per trovare terra e natura. Qui si vive con molto meno. In Spagna sei circon- dato di molte più cose, ma spesso hanno poco valore». PaoloMoiola

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