Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2015
GENNAIO-FEBBRAIO 2015 MC 51 RORAIMA Testo e foto di PAOLO MOIOLA B r-174 . Finalmente arriva l’alba. La luce ci permette di vedere il paesaggio: grandi spazi pianeggianti e aperti, interrotti ogni tanto da isole alberate. L’Amazzonia non è soltanto foresta, ma anche sa- vana. Qui la chiamano lavrado . La Br-174 è diritta e con scarsis- simo transito. Un cartello avverte che stiamo passando accanto a São Marcos, una delle tante terre indigene della parte nordorientale dello stato di Roraima. La Br-174 prosegue fino a Paca- raima, al confine con il Venezuela. Partiti da Boa Vista, noi la lasciamo dopo circa 200 chilometri per gi- rare a destra e imboccare una strada sterrata. Entriamo nella terra indigena Raposa Serra do Sol. La comunità di Barro Attualmente il 46% della superfi- cie di Roraima è demarcata come terra indigena 1 . Quella di Raposa Serra do Sol è la seconda per estensione, dopo la terra degli Ya- nomami. È abitata da cinque po- polazioni: Wapixana, Taurepang, Patamona, Ingarikó e soprattutto dai Makuxi 2 , l’etnia indigena più numerosa dello stato (con oltre 20mila persone). Dopo lo sterrato, ecco un ponte su cui è stato collocato un posto di blocco. La polizia ci fa passare dopo un cenno del nostro guida- tore. «Siamo arrivati», ci dice dom LUNGO IL RIO BRANCO. VIAGGIO A RORAIMA / 3 La battaglia per la demarcazione e l’omologazione della terra indigena Raposa Serra do Sol è stata lunghissima e non pacifica. Ancora oggi, tra ricorsi e progetti di legge, non pare conclusa. Siamo stati a Barro (Surumu), in una comunità di indios makuxi. «NOI SIAMO MAKUXI» # In alto : un gruppo di donne makuxi della comunità di Barro durante la cerimonia della loro cresima.
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