Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2015
DOSSIER MC IS mando che «qualunque dubbio o esitazione da parte dei credenti», rispetto a questa sua perso- nale interpretazione dell’Islam, dovesse «privare un uomo dell’immunità, delle sue proprietà e della sua vita». Uno dei principali precetti della dottrina di Abd al- Wahhab, ci ricorda Crooke, è l’idea cardine di tak- fir . «Abd al-Wahhab denunciava tutti i musulmani che onoravano i defunti, i santi o gli angeli. Rite- neva che tali sentimenti sminuissero la completa GENNAIO-FEBBRAIO 2015 MC 39 Medina, i cosiddetti «Tempi d’oro»: questa è la base della corrente del salafismo. Taymiyyah condannò sciismo, sufismo e filosofia greca e si dichiarò contrario alle visite alla tomba del profeta e alla commemorazione del suo com- pleanno, definendo tali comportamenti come shirk , politeismo e idolatria, una imitazione, cioè, della venerazione cristiana di Gesù considerato come fi- glio di Dio. Abd al-Wahhab adottò questi insegnamenti, affer- Pagina precedente : esultanza degli uomini dello Stato islamico. Sopra : una fucilazione sommaria di prigionieri. Queste due im- magini sono tratte da Dabiq , la rivista dello Stato islamico. rano e della shari‘a . I loro autori di riferimento sono stu- diosi fondamentalisti come Ibn Taymiyya, teologo hanba- lita del 1200-1300. Dal 1700, il movimento wahhabita è profondamente legato alla dinastia degli al-Sa‘ud, in Ara- bia. Seguendo gli insegnamenti del suo fondatore, esso ri- fiuta tutto ciò che è ritenuto «non islamico», consideran- dolo una bid‘a , «innovazione, idea nuova, eresia», e shirk , «associatore, politeista». Tra gli «associatori» ci sono sciiti, sufi (i mistici dell’Islam), cristiani e tutti coloro che non condividono la loro visione religiosa. Infatti, una delle opere maggiori di al-Wahhab è il «Kitab al-Tawhid», il libro dell’Unicità divina, in cui egli denunciò come eretiche le pratiche delle varie confraternite sufi, degli sciiti e di altre correnti dell’Islam. Il cristianesimo tri- nitario è considerato altrettanto eretico e politeista. Takfirismo - È un «movimento» fondamentalista di mu- sulmani che fanno dell’accusa di miscredenza rivolta ad al- tri correligionari una delle basi portanti della loro ideolo- gia (si vedano le voci «takfir» e «kafir»). È emerso soprat- tutto con la guerra civile in Siria e la diffusione di organiz- zazioni come l’Is e al-Nusra, che hanno diviso drammatica- mente il mondo islamico, costringendolo a un conflitto e spaccando precedenti alleanze e cooperazioni: per esem- pio, tra Fratellanza Musulmana (Hamas compreso) e Qa- tar (sunniti), da una parte, e alawiti siriani, sciiti di Hezbol- lah, sciiti iraniani dall’altra. Il takfirismo è una «violenta evoluzione del movimento sa- lafita»: mentre il salafismo è una delle forme di fonda- mentalismo islamico, non necessariamente violento, il takfirismo ne è l’espressione più aggressiva - fino alle de- generazioni terroriste di questi ultimi anni -, in quanto ra- dicalizza, utilizzanola come mezzo principale e prioritario, l’arma del jihad , inteso come guerra offensiva (si veda voce «jihad») per il raggiungimento di obiettivi politici e religiosi, tra cui la rinascita del Califfato. Base dottrinaria del takfirismo sono gli insegnamenti di Ibn Taymiyyah, Abd al-Wahhab, Mawlana Mawdudi, Sayyid Qutb. Per i takfiri non c’è distinzione tra il regime contro cui lot- tare e i civili. Inoltre, rifiutano il dovere tradizionale isla- mico dell’obbedienza al governante (reso legittimo, in quanto rispettoso della shari‘ah ) e, come al-Baghdadi, si creano «il proprio capo» a cui promettono fedeltà attra- verso un patto, ritenendo tutte le altre autorità politiche illegittime, in quanto non condividono la loro interpreta- zione dei testi sacri. In questo assomigliano a dei moderni «khawarij», ciò di cui viene accusato l’Is da parte di stu- diosi sunniti ortodossi. Khawarij - «Coloro che sono usciti», si tratta di un movi- mento «eretico» dei primi anni della storia dell’Islam, che si rivoltò contro il califfo ‘Ali, non riconoscendone più l’au- torità. I Kharijiti svilupparono una dottrina che li collocò fuori sia dal sunnismo sia dallo sciismo, le due principali correnti dell’Islam. Jihadismo o movimento jihadista - È una tendenza al- l’interno del fondamentalismo islamico, che usa la lotta armata - il jihad inteso come guerra - contro i nemici: go- verni, regimi, popoli, civili, per raggiungere i propri obiet- tivi politici e religiosi. Presente storicamente nell’Islam, ha avuto uno sviluppo moderno con la guerra contro l’invasione sovietica dell’Af- ghanistan. Esistono vari tipi di jihadismo: da quello più condiviso dai credenti musulmani, che è la lotta «del bene contro il male» o la lotta di liberazione nazionale (come in Pale- stina), al jihadismo globale, che è quello rappresentato, per esempio, da al-Qa‘ida e dall’Is, i cui obiettivi sono l’Oc- cidente infedele e gli «eretici» sciiti e sufi. La differenza tra un modello e l’altro è enorme, ed è scorretto paragonare - come fanno diversi media e politici internazionali - la resi- stenza palestinese contro l’occupazione israeliana con il terrorismo di al-Qa‘ida. Jihadismo salafita - È l’ideologia jihadista (utilizzo della lotta violenta) all’interno del vasto e variegato movimento salafita. Il termine è usato anche per distinguere i salafiti jihadisti dai fondamentalisti salafiti, cioè da coloro che si rifanno ai «pii antenati» ritornando ai «fondamenti» della fede e della pratica (si veda voce: «salafismo»). (a cura di Angela Lano) Nota bene : per i termini arabi abbiamo scelto la traslittera- zione internazionale senza la puntuazione diacritica, al fine di facilitare la lettura.
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