Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2015

L’agricoltura industriale praticata nel Nord del mondo inquina l’ac- qua e l’aria, distrugge il naturale humus fertile del suolo, elimina la biodiversità mettendo brevetti alle sementi. L’agroecologia ri- spetta la natura e al contempo la dignità umana». Pierre Rabhi è uno degli antesi- gnani in Europa dell’agroecologia, che poi si è diffusa in altre zone del globo, in particolare in Africa, attraverso efficaci progetti da lui stesso coordinati. Il suo lavoro è apparentemente semplice, per- ché non ha fatto altro che ritor- nare all’agricoltura, la più antica attività dell’uomo, fonte di cibo. Pierre Rabhi è però ritornato alla terra eliminando prodotti chimici, pesticidi, sementi brevettate, fer- tilizzando il terreno con i vecchi metodi usati ancora dai nostri nonni come i concimi naturali e i rifiuti organici. Agroecologia signi- fica rispettare gli equilibri della terra. L’uomo nella visione di Rabhi non è il dominatore, né lo sfruttatore della natura per ottenere profitto, piuttosto è compartecipe dei cicli naturali: semina utilizzando le stesse sementi provenienti dal suo raccolto, aiuta a creare quel- l’humus indispensabile a far ger- mogliare i frutti, partecipa al man- tenimento della salute della terra, nutrendola, rispettandola. No alle logiche del profitto Pierre Rabhi, in Francia, richiama sempre centinaia di persone ai suoi incontri sui temi dell’ecolo- gia, della biodiversità e della de- crescita. I suoi libri sono letti da adolescenti, uomini e donne di mezza età, anziani. Egli è una cala- mita per quanti ricercano uno stile di vita diverso dalle logiche del profitto fine a se stesso. Con il suo modo di parlare così pacato e gentile racconta alla gente che si può scegliere di vivere diversa- mente, senza subire i diktat del- l’industria agroalimentare, dive- nendo autonomi attraverso la creazione di un proprio orto. Per Pierre Rabhi, l’agroecologia è indissolubilmente intrecciata alla sobrietà felice, in totale antitesi con chi crede ancora nel para- digma economico della crescita. FRANCIA 26 MC GENNAIO-FEBBRAIO 2015 © Af C SV P ierre Rabhi è stato una sola volta in Italia, nel 2013. Ha fatto tappa a Torino per alcuni eventi promossi da Coldiretti, AiCare e l’associazione Cisv, impegnata nella campagna «Siamo tutti nella stessa pentola» per il di- ritto al cibo a Nord e Sud del mondo. Sull’onda dell’incontro con Rabhi, Cisv ha poi deciso di dare vita a «Ritorno alla terra»: uno scambio tra ragazzi interes- sati a sperimentarsi nel lavoro in campagna e una rete di cascine piemontesi creata da Cisv attorno a temi quali l’a- groecologia, la tutela della biodiversità, la decrescita, ecc. C osì nel novembre 2013 alcuni giovani dai 18 ai 30 anni sono stati ospitati in cascina per cimentarsi in varie attività rurali - dalla cura del bosco alle piccole serre, dalla realizzazione di cesti agricoli al supporto in merca- tini... Gli agricoltori e le loro famiglie hanno spiegato e mo- strato ai partecipanti cosa significa una scelta di vita conta- dina, con relative motivazioni, soddisfazioni e difficoltà. «L’iniziativa è stata un successo», dice Pietro Ravazzolo di Cisv, «siamo passati da 30 richieste di giovani nella 1ª edi- zione a oltre 60 lo scorso ottobre. Continueremo perciò l’e- sperienza, con nuove cascine «aperte» dall’autunno 2015 per dare sempre più spazio ai giovani che vogliono capire se la scelta di vita contadina può fare al caso loro». Stefania Garini Info: www.cisvto.org . Cisv: «Ritorno alla Terra» Rabhi fa scuola in Italia

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