Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2015

GENNAIO-FEBBRAIO 2015 MC 25 giustizie del sistema industriale capitalistico, tanto da sentire la necessità di abbandonare tutto per scegliere un’altra vita, in sim- biosi con la terra. Una decisione che lo ha condotto a sviluppare in modo pionieristico l’agroecologia, come lui stesso ci ha raccontato: «Sono nato nel Sahara, in un’oasi del Sud dell’Algeria, ma sono cre- sciuto con una famiglia francese. Questa doppia cultura non è stata facile da gestire, ma al di là di al- cune contraddizioni, la civiltà al- gerina e quella francese si ten- gono per mano. Sono riuscito a trovare un equilibrio. Da oltre quarant’anni vivo con la mia fami- glia nelle Cévennes, dove mia mo- glie Michèle e io abbiamo creato una fattoria gestita e coltivata se- condo principi ecologici. Il che si- gnifica vivere in armonia con la natura». Prima di dedicarsi alla terra e di vivere a stretto contatto con un ambiente straordinario dal punto di vista naturalistico, Rabhi ha la- vorato in fabbrica come operaio specializzato. Allora era solo ven- tenne. Era l’epoca a cavallo tra il 1950 e gli anni Sessanta, quando sembrava che l’industria potesse rivoluzionare tutto, portando be- nessere a ogni latitudine del globo. Così non è stato. «Solo pochi hanno beneficiato del cosiddetto progresso. La stra- grande maggioranza dell’umanità incontra enormi problemi a nu- trirsi, istruirsi, a vivere dignitosa- mente. Il mondo della fabbrica mi ha aperto gli occhi. Anche dopo, quando decisi di andare a vivere in campagna, lavorando in nume- rose fattorie come operaio agri- colo sentivo che mancava qual- cosa: mancavano buone regole nel sistema di coltivazione e di di- stribuzione delle risorse della terra. Ero molto combattuto se continuare ad accettare l’uso di pesticidi e di altri prodotti chimici. Non condividevo gli strumenti agricoli utilizzati, perché alta- mente deleteri per il suolo». Agroecologia «Grazie ad alcune letture, tra cui La Fertilità della Terra di Ehren- fried Pfeiffer e i libri di Rudolf Stei- ner, fondatore dell’antroposofia, mi sono avvicinato all’agricoltura biodinamica. Così, leggendo, spe- rimentando e coltivando la terra, ho capito che l’agroecologia è la via - o comunque una delle vie ecologiste - che può salvare il pia- neta dalla catastrofe sia ambien- tale, sia sociale. un piccolo, ma coraggioso colibrì: «Un giorno - narra la leggenda - ci fu un immenso incendio nella fo- resta. Tutti gli animali, terrorizzati e costernati, osservavano impo- tenti il disastro. Solo il piccolo coli- brì si impegnò, andando a cercare qualche goccia d’acqua per get- tarla sul fuoco attraverso il suo becco. L’armadillo, irritato dai suoi movimenti, gli disse: colibrì, ma sei folle? Credi davvero che con po- che gocce d’acqua spegnerai l’in- cendio? Lo so, rispose il colibrì, ma io faccio la mia parte». Ecco la ri- sposta alle nostre domande ini- ziali: «Io faccio la mia parte». Leggendo questo mito amerindo Pierre Rabhi ha trovato il suo cammino di vita attivandosi in prima persona per cambiare quelle regole del sistema delete- rie per la sopravvivenza non solo del pianeta, ma anche della stessa specie umana. Ma chi è Pierre Rabhi? È un uomo che ha seguito l’amore per la natura rivoluzionando non soltanto la sua esistenza. Dall’Algeria, dove nel 1938 è nato e cresciuto immerso in un habitat straordinario caratterizzato dalle oasi del Sahara, si è trasferito in Francia a soli 12 anni, in seguito alla morte prematura della ma- dre. Il padre, fabbro, musicista e poeta, con l’arrivo della «moder- nità» e dei colonizzatori francesi è stato obbligato ad abbandonare il suo tradizionale lavoro per scen- dere nel cuore del sottosuolo, in una miniera di carbone. Un dra- stico cambiamento che ha se- gnato anche l’esistenza di Pierre Rabhi. Su decisione del padre è stato educato in una famiglia di formazione europea. In seguito, durante gli anni tra- scorsi a Parigi, lavorando in fab- brica come operaio specializzato, si è reso conto delle profonde in- # In alto : ritratto di Pierre Rabhi. # A fianco : una mandria di vacche in transumanza in Mali. © Af C SV • Ambiente l Agroecologia • MC ARTICOLI

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