Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2015

GENNAIO-FEBBRAIO 2015 MC 11 # Pagina precedente : veduta della sala del Convegno. Sopra a sinistra : durante la relazione di suor Antonietta Potente, il 20/11. Accanto a lei mons. Spreafico. Qui sotto : veduta dell’assemblea e il coro Malaika che ha animato il Convegno con i suoi canti. A destra : don Alberto Bri- gnoli, anima del comitato organizzatore. di guarigione. Nel nostro tempo sono molte le persone che vanno a Medjugorje, ai santuari, che si affidano a volte a guaritori e santoni. Esiste una domanda di guarigione nella gente. La domanda è: il Van- gelo che noi viviamo e comuni- chiamo, guarisce, libera dall’a- bisso del male? Senza andare a Ninive, senza andare nelle periferie più ostili, non c’è missione . I poveri ci evangelizzano, come ci ha detto in questi giorni Papa Francesco, innanzitutto perché ci trascinano là dove il dramma del male è più forte. Questa è la domanda della missione. Bisogna imparare a guardare con compassione, en- trando nella lotta per il bene. Lasciamoci come icona finale quella che l’apostolo Paolo, grande missionario del Vangelo alle genti, usa in Efesini quando esorta a rivestirsi dell’armatura di Dio (Ef 6,10-20). Questa è anche una Chiesa in uscita, una Chiesa che vive per la strada, incontra, ascolta, parla, dialoga, lotta. Il mondo non ha bisogno di una Chiesa dietro le barricate, ma di una Chiesa che esce e incontra, perché la gioia del Vangelo rag- giunga tutti, a cominciare dalle periferie più lontane. Solo così sarà attraente. Rivestiamoci allora di un nuovo entusiasmo e viviamo a pieno la gioia e la bellezza della vita cri- stiana, senza pessimismi e la- menti. C. QUELLO CHE NOI ABBIAMO UDITO, VEDUTO, CONTEMPLATO Nell’elaborazione di questo no- stro Convegno è stato scelto di dare grande rilievo alla fase pre- paratoria e alla fase del post-Con- vegno. La fase celebrativa che ab- biamo vissuto non può infatti es- sere scissa dalle altre due. E que- sto vorremmo sottolinearlo con forza: oggi non terminiamo il no- stro Convegno, ma iniziamo la terza fase del percorso . Riprendiamo i tre verbi da cui siamo partiti nel cammino di pre- parazione: «Uscire, incontrare, donarsi», utilizzando come riferi- mento quello da cui derivano tutti gli altri: uscire. USCIRE. È la Parola di Dio la protagoni- sta del cambiamento a Ninive. Possiede una forza inaspettata. Ma non opera da sola: c’è biso- gno di qualcuno che accetti di uscire per andare alle periferie. Uscire è rispondere alla chia- mata di Dio che ci chiede di an- dare al di là di noi stessi, del nostro individualismo ed egoi- smo. In un mondo globalizzato, ma frammentato e tribale, la missione usa una parola che unisce, crea comunione e aiuta a sognare la pace. Mentre viviamo la percezione di essere sotto assedio perché non abbiamo ancora elaborato il lutto della fine della civiltà cattolica (come abbiamo visto dall’analisi del materiale rac- colto durante la fase prepara- toria), dobbiamo sfidare noi stessi per scegliere di uscire dall’assedio. • Convegno missionario l Missione l Nuova Evangelizzazione • MC ARTICOLI

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=