Missioni Consolata - Dicembre 2014

78 MC DICEMBRE 2014 Dal Belgio vennero anche i missionari. Erano complici della situazione? Re Leopoldo non poteva rifiutarne la presenza senza per- dere la faccia di fronte al suo popolo, tenuto totalmente all’oscuro di quanto succedeva in Congo. Isolati, control- lati e comunque condizionati dal governo coloniale che li tollerava, molti missionari non ebbero il coraggio di op- porsi agli sfruttatori e cercarono solo di umanizzare il si- stema. Portarono il Vangelo della carità, prendendosi cura della gente e trattando tutti da persone umane. Solo dopo le denunce di alcuni missionari protestanti ci fu una reazione internazionale e nel 1908 il re Leopoldo consegnò il Congo al governo del Belgio. Nonostante le buone intenzioni di quest’ultimo, ci volle molto tempo prima che i metodi di sfruttamento cambiassero. Tu come entri in questa triste storia? Anch’io fui mandato a lavorare in una piantagione di caucciù. Fu in quell’ambiente che sentii parlare per la prima volta di Gesù Cristo e del suo Vangelo. Conobbi due Trappisti provenienti dell’Abbazia di Westmalle, vi- cino ad Anversa, che si erano stabiliti in Congo. Dopo il catecumenato ricevetti il battesimo col nome di Isidoro nel novembre del 1906, mentre nel mese di agosto del- l’anno seguente ricevetti la Prima Comunione. a cura di Mario Bandera 4 chiacchiere con... 27. BEATO ISIDORO BAKANJA S plendida figura di testimone cristiano del continente nero, Isidoro nasce a Boken- dela nell’attuale Repubblica Democratica del Congo in un anno imprecisato tra il 1885 e il 1890. Appena è grande abbastanza viene obbligato - pena punizioni terribili come battiture o amputazione di mani e piedi -, come tantissimi altri uomini, donne e bambini, ad an- dare a lavorare in una delle tante piantagioni di caucciù di proprietà del re del Belgio, Leopoldo II. Nel 1906 si converte al cristianesimo e con l’entusiasmo del neo battezzato, desideroso di comunicare a tutti l’incontro con Gesù Cristo che gli ha cambiato la vita, si mette subito all’o- pera per catechizzare la sua gente. Coltiva con amore la fede cristiana e la testimo- nia con grande coraggio, soprattutto quando l’o- stilità e l’avversione dei padroni e dei loro sgherri aumentano sempre più proprio a causa di essa. Sottoposto a violente punizioni, Bakanja muore nel mese di agosto del 1909. Per noi europei l’Africa è un continente immenso in cui è difficile destreggiarci; puoi aiutarci a collocare la tua terra e l’ambiente in cui sei vissuto? Quando nacqui, l’immenso territorio bagnato dal fiume Congo formava lo «Stato libero del Congo», che in realtà era un possedimento personale del re del Belgio Leo- poldo II. Dopo avere ottenuto immense estensioni di terra dai capi locali, corrotti e ingannati con l’aiuto di Henry M. Stanley (1841-1904), e ricevuto il riconosci- mento delle altre nazioni riunite nella Conferenza di Ber- lino del 1884-85, il re iniziò lo sfruttamento sistematico delle risorse di quelle regioni per ottenere avorio ma so- prattutto il caucciù per fare la gomma. Gli storici dicono che i metodi impostati da Leopoldo erano assolutamente disumani. Leopoldo trattò il Congo i suoi abitanti come sua proprietà privata. Apertane una piccola parte al libero commercio per salvare la faccia con le altre nazioni, sfruttò il resto serven- dosi di avventurieri internazionali senza scrupoli che, assol- dato un piccolo esercito di ascari (soldati) locali, obbliga- rono la gente (interi villaggi) a raccogliere precise quantità di caucciù ogni giorno, pena battiture o aspre punizioni collet- tive, come il taglio delle mani o dei piedi. Spesso gli ascari , per farsi perdonare dello scarso raccolto di caucciù, porta- vano ceste di mani e piedi ai loro superiori bianchi. Non si sa quanta gente sia stata uccisa o sia morta di stenti e malattie in quegli anni, ma gli studi più oggettivi stimano che ci siano stati tra i cinque e gli otto milioni di morti congolesi.

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