Missioni Consolata - Dicembre 2014
DICEMBRE 2014 MC 75 MC RUBRICHE esitò a reprimere le attività dei Bahá’í ogni volta che veniva ac- cusato dai suoi nemici di essere un simpatizzante della nuova fede a causa delle sue riforme per modernizzare il paese. In effetti alcune riforme come il diritto di voto per le donne, la di- stribuzione delle terre dei la- tifondisti agli agricoltori e l’alfa- betizzazione delle popolazioni rurali (rivoluzione bianca del 1963) sembravano particolar- mente consonanti con gli inse- gnamenti bahá’í. La repubblica islamica: altri decenni di oppressione Con l’avvento della Repubblica islamica, per opera di Ruhollah Khomeyni nel 1979, la situazione già difficile dei fedeli bahá’í si ag- gravò. La nuova Costituzione ira- niana non li riconobbe tra le mi- noranze presenti nel paese, seb- bene il loro numero superasse quello di tutte le altre minoranze religiose non islamiche messe as- sieme. Ancora oggi, di conse- guenza, agli attuali 300mila citta- dini iraniani bahá’í non viene ri- conosciuto alcun diritto civile. Le istituzioni bahá’í esistenti ven- nero sciolte, negli anni i loro membri furono spesso arrestati o, a volte, fatti sparire. Gli impie- # Da sinistra in senso orario : dimostra- zione di un gruppo di Bahá’í di fronte alla Casa Bianca, Washington, Usa, in sostegno ai 7 diri- genti Bahá’í dete- nuti in Iran. | Bra- sile, mobilitazione per i prigionieri di coscienza in Iran. gati pubblici furono licenziati, i negozi e le attività saccheggiati, gli studenti espulsi dagli istituti di studi superiori, i cimiteri deva- stati. Alcune centinaia di membri di questa comunità sono stati uc- cisi negli ultimi 35 anni a seguito di sentenze improbabili, o per mano di ignoti. Tra gli episodi de- gli ultimi anni che esemplificano in modo significativo la condi- zione di non libertà per i fedeli bahá’í in Iran vi è quello dei sette dirigenti bahá’í incaricati per gli affari correnti della comunità in- carcerati oltre sei anni fa per scontare i 20 a cui sono stati con- dannati; quello dei 54 giovani di Shiraz, nel Sud del paese, incar- cerati nel maggio del 2006. Essi settimanalmente si recavano nei villaggi per portare ai ragazzi delle periferie il conforto di un programma di valorizzazione delle loro risorse e qualità. Alcuni sono stati rilasciati solo dopo aver negato qualsiasi coinvolgi- mento con la comunità bahá’í. Ma anche quello recente - ago- sto 2014 - della distruzione di un cimitero storico della comunità bahá’í, sempre a Shiraz. A colpi di diffamazione A tutto questo si affianca una si- stematica propaganda di diffa- © Bahá'íWorld News Service © Bahá'íWorld News Service «UNA SETTA LEGATA AI NEMICI» Alla data del 3 gennaio 2014, in Iran, almeno 307membri di mino- ranze religiose erano in stato di detenzione, dei quali 136 erano Bahá’í, 90 Musulmani sunniti, 50 Cristiani, 19 Musulmani dervisci, quattro Yarasan, due Zoroa- striani e sei di altri gruppi. [...]. Almeno 734 Bahá’í sono stati ar- restati dal 2004, e 136 sono at- tualmente detenuti. Altri 289 sono stati arrestati, rilasciati su cauzione e in attesa di giudizio, mentre altri 150 sono stati con- dannati, ma in attesa dell’appello. Sembra che i Bahá’í siano perse- guiti quasi esclusivamente per la loro partecipazione alle attività della comunità, tra cui alcuni ser- vizi educativi o pratiche religiose pubbliche. Le violazioni sembrano essere le- gate allo status di religione non riconosciuta dei Bahá’í, così come a una visione, nutrita nel go- verno, secondo cui i Bahá’í sono una setta eretica legata a nemici stranieri. Essi sono in genere accusati di reati politici e di sicurezza, come lo spionaggio o la «propaganda contro il sistema di governo». Se- condo un documento inedito della Bahá’í International Community , il tribunale rivoluzionario di re- cente ha dichiarato che l’adesione alla «erronea setta bahá’í» costi- tuisce un reato penale. [...]. Altre fonti riportano che i giudici sono spesso apertamente ostili verso gli imputati bahá’í. Dal Rapporto del relatore speciale del Consiglio dei Diritti Umani dell’Onu sulla situazione dei di- ritti umani nella Repubblica isla- mica dell’Iran, 13marzo 2014. mazione su vasta scala. I membri della comunità bahá’í vengono accusati di essere spie ora della Russia, ora dell’Inghilterra e, più recentemente, degli Stati Uniti o di Israele. L’accusa di collabora- zionismo con i governi «sionisti» per il governo iraniano sarebbe rafforzata dalla presenza delle tombe dei fondatori della fede bahá’í a Haifa e Akka, nel Nord dell’attuale stato d’Israele. Que- ste accuse omettono che a metà Ottocento sono stati proprio il governo sciita dello Scià di Persia
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