Missioni Consolata - Dicembre 2014

tro Africa. Ora accogliamo i gruppi di preghiera e associazioni di una quin- dicina di nazioni, dalle comunità cat- toliche tamil e ghanesi, ai mauriziani indù, ai gruppi islamici del Senegal e del Bangladesh. C’è poi la ludoteca per l’infanzia migrante, con il nido per i più piccoli, aperta dalle 7.30 alle 17.30, dove le operatrici tutte volon- tarie, tra cui anche una psicologa, si occupano di circa 40 bambini e cer- cano di intercettare le situazioni di disagio e di violenza di cui sono spesso vittime le mamme». L’orato- rio è il cuore del Centro e accoglie ogni giorno un centinaio di ragazzi che vengono coinvolti in attività ri- creative e formative. «Sono soprat- tutto delle elementari e medie: l’Al- bergheria ha un tasso di abbandono scolastico fra i più alti in Italia, quindi è una gioia quando arriva anche qualche ragazzo delle superiori; ab- biamo anche dei casi di giovani che frequentano l’università». Ci sono poi i corsi di italiano per stranieri, un servizio di patrocinio legale gratuito e di avviamento al lavoro. Tutto gra- zie al lavoro dei volontari. L’obiettivo del Centro è quello di mettere a disposizione uno spazio dove rendere possibili il dialogo e la conoscenza e, a partire da questi, co- Il Centro Santa Chiara dei Salesiani «Il centro di Palermo si trova in que- ste condizioni per un motivo molto semplice», spiega don Enzo Volpe, sa- lesiano: «Costruire conviene, ristrut- turare no». Don Enzo si riferisce alla gestione dell’urbanistica della città, asservita agli interessi di Cosa Nostra fin dai tempi del famigerato sacco di Palermo degli anni Sessanta, quando amministratori corrotti concessero li- cenze di costruzione a pioggia - oltre quattromila, di cui 1.600 firmate in una notte a favore di soli tre soggetti - che portarono alla creazione di in- teri nuovi quartieri residenziali e al- l’abbandono del centro storico al de- grado. Case nuove, costruite in fretta e vendibili subito contro lunghe ri- strutturazioni di edifici storici soggetti a vincoli: ovvio che i potentati crimi- nali della città preferissero il denaro facile garantito dalle prime all’incer- tezza delle seconde. Don Enzo è il direttore del «Centro Salesiano Santa Chiara» all’Alberghe- ria, fra Ballarò e palazzo Conte Fede- rico. «Fino a sei anni fa», racconta il salesiano, «il Centro faceva anche ac- coglienza residenziale: ha ospitato fino a centoventi persone, in preva- lenza immigrati del Maghreb e Cen- struire un contesto nuovo di «intera- zione, parola e concetto che preferi- sco di gran lunga a “integrazione”», precisa don Enzo. «La parte più diffi- cile, nel caso emergano situazioni fa- miliari problematiche, è coinvolgere i papà, si tratti di palermitani o mi- granti, che spesso vivono una visita degli operatori del Centro come una messa in discussione della loro auto- rità paterna di fronte a tutto il quar- tiere o alla comunità. Superare que- sta diffidenza richiede molta pazienza e determinazione». L’entrata dei migranti nel tessuto economico e sociale della città av- viene spesso nell’ampia zona grigia dell’illegalità. In aree come Ballarò - ma lo stesso vale per il Capo o la Vuc- ciria - gli stranieri si offrono come manodopera a basso costo per lavori umili e mal pagati. Non solo. Le orga- nizzazioni criminali internazionali che hanno in alcuni gruppi di immigrati la loro base a Palermo collaborano o combattono con la mafia locale per la gestione di prostituzione, spaccio, contrabbando. Così l’omertà locale s’incontra con l’omertà tipica di al- cune di queste comunità migranti. «Non si tace solo per paura», distin- gue don Enzo, «ma anche per conni- venza e convenienza». DICEMBRE 2014 MC 71 MC RUBRICHE # Da sinistra a destra : a Ballarò, il mercato tipico di Palermo; il centro storico della città con edifici abitati e altri in rovina; don Enzo Volpe nel campo dell’oratorio di Santa Chiara a Pa- lermo; un’altra immagine del mercato di Ballaro ̀ .

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=