Missioni Consolata - Dicembre 2014

68 MC DICEMBRE 2014 sioni di positroni), ha rivelato che la concentrazione delle placche di amiloide a livello dei tessuti nervosi dei soggetti con ridu- zione del sonno è molto simile a quella di chi ha l’Alzheimer. Un altro importante stimolo am- bientale per l’Alzheimer e le altre malattie neurodegenerative po- trebbe essere lo stress. Quando un individuo è sotto stress pro- duce una quantità maggiore di cortisolo, un ormone glucocorti- coide, che influenza il cervello grazie al suo legame con specifici recettori localizzati sui neuroni di un grande numero di aree cere- brali. Quando il cortisolo si lega a questi recettori, diminuisce la co- municazione tra le cellule ner- vose. La riduzione di comunica- zione può portare alla progres- siva atrofia delle sinapsi, cioè delle giunzioni tra neuroni. Lo stress può quindi lasciare un se- gno indelebile nel nostro cer- vello. Uno stress cronico causa l’atrofia dei neuroni o delle loro giunzioni a livello del sistema lim- bico (ippocampo, amigdala e gy- rus cingolato) con conseguente alterazione dei processi di me- morizzazione. Tuttavia, lo stress può essere controllato tramite l’attività fisica, la meditazione ed una quantità sufficiente di sonno. LA DIETA Oltre al sonno, tra i fattori pro- tettivi dall’Alzheimer c’è la dieta. Poiché oltre il 50% della massa cerebrale è costituita da lipidi e di questi oltre il 60% sono acidi grassi polinsaturi omega 3, è im- portante il loro apporto con la dieta e soprattutto è importante mantenere in essa un rapporto ottimale tra i polinsaturi omega 6 ed omega 3, che dovrebbe es- sere di 4 a 1. Nei paesi occiden- tali le abitudini alimentari por- tano spesso a uno squilibrio di questo rapporto, a favore degli omega 6, che hanno effetti op- posti a quelli degli omega 3. Que- sti ultimi presentano notevoli proprietà antinfiammatorie, indi- spensabili per il cervello poiché, nel corso dell’invecchiamento, le cellule della microglia (cellule di sostegno dei neuroni e favorenti la loro nutrizione) producono in- genti quantità di fattori infiam- matori detti citochine, che deter- minano la formazione dei raicali liberi tossici per le cellule. Gli acidi grassi omega 6, al contrario favoriscono l’infiammazione, la coagulazione del sangue e la con- trazione dei vasi sanguigni. Buone quantità di omega 3 si tro- vano nei pesci grassi come sgom- bri, sardine e salmone e negli oli di oliva, di colza e di noci, mentre gli omega 6 si trovano nell’olio di girasole, di mais e nei vinaccioli d’uva. Dovrebbe inoltre essere ri- dotto al minimo l’apporto di acidi grassi saturi, che sono nocivi tanto per il sistema cardiovasco- lare che per quello nervoso e che introduciamo abbondantemente con i prodotti di origine animale (burro, carne, panna, salumi e formaggi), con gli oli tropicali Madre Terra Approfondimento 2 I GENI D ai primi anni ’90 del secolo scorso è stato identificato il gene Apoe4, che è il gene a rischio più comunemente asso- ciato all’Alzheimer ed il cui ruolo è stimato in un quarto dei casi di questa malattia. Vi sono però dei geni deterministici diversi da quelli a rischio, poiché sono una garanzia di sviluppo della malattia. Essi sono quelli per la proteina precur- sore dell’amiloide (App) e per le preseneline (Ps1 e Ps2, proteine che, se funzionanti, tagliano l’ami- loide), che danno origine a forme di malattia autosomiche domi- nanti a trasmissione mendeliana (malattie genetiche causate dalla forma dominante di un gene difet- toso, che si trova su un autosoma, cioè un cromosoma non-sessuale) rappresentate dal 5% di casi totali, quelli in età presenile. Oltre a que- sti sono stati identificati una ven- tina di altri geni, definiti geni di su- scettibilità, le cui alterazioni non danno origine a forme di malattia a trasmissione mendeliana di tipo dominante, ma possono causare una compromissione di meccani- smi legati alla malattia, dando per- ciò un rischio cumulativo aumen- tato di ammalarsi. ●

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