Missioni Consolata - Dicembre 2014

46 MC DICEMBRE 2014 S ergio Bertolucci è direttore della ricerca e cal- colo scientifico al Cern di Ginevra. Laureato a Pisa, ha lavorato al Desy di Amburgo, al Fermi National Laboratory (Fermilab) di Chicago e ai La- boratori nazionali di fisica di Frascati, dove è stato direttore tra il 2002 ed il 2004. Tra il 2005 ed il 2008 è stato vicepresidente dell’Istituto nazionale di fisica nucleare, mentre tra il 2004 ed il 2007 ha presieduto il comitato Lhc ( Large Hadron Collider ). Dottor Bertolucci, cosa c’è oltre il bosone di Higgs? «Con la scoperta di Higgs abbiamo svelato tutte quelle particelle che, in gergo scientifico, si chia- mano known-unknowns . Sin dall’inizio della ricerca, però, sapevamo che avremmo avuto una vittoria certa: dagli esperimenti fatti in precedenza e cono- scendo il funzionamento dell’Lhc eravamo convinti che, entro il 2012, avremmo dimostrato o l’esistenza del bosone di Higgs o la sua non esistenza ( known- unknown ). Ma se lei chiede ai miei colleghi troverà che c’è una leggera maggioranza, me compreso, che avrebbe preferito dimostrare la non esistenza del bosone di Higgs. La non esistenza avrebbe aperto la strada a nuove ricerche che sarebbero state possi- bili senza procedere al potenziamento del- l’Lhc e avrebbe spinto i fisici a dimo- strare nuove ipotesi del Modello standard. Per fortuna, oggi sap- piamo esattamente cosa fare, al- meno per i prossimi dieci anni. È vero che abbiamo scoperto questa particella, terminando una ri- cerca iniziata nel 2008, ma nel Modello standard, una volta nota la massa, si conoscono tutte le altre proprietà della parti- cella. Sappiamo, ad esem- pio, quante volte un bo- sone di Higgs decade in due fotoni, come si accoppia con vari tipi di materia. La precisione della misura di questi accoppiamenti che prima era del 30 per cento, oggi è scesa all’1 per cento. Questa focalizza- zione ci permette, attraverso l’Higgs, di aprire nuove strade di ricerca fondamentale. Se, ad esem- pio scoprissimo che l’accoppiamento Higgs-fotoni è più alto di quello previsto dal Modello standard, non solo scopriremo che l’Higgs non è quello del Modello standard, ma avremo anche l’idea della scala di una nuova fisica attraverso quelli che sono i nuclei vir- tuali con cui il bosone di Higgs si accoppia. Si apre per noi una fase estremamente interes- sante perché stiamo entrando in una sfera inesplo- rata ed al tempo stesso cerchiamo di fissare il Mo- dello standard. Avendo trovato l’Higgs ora siamo in condizione di avere una teoria - il Modello standard appunto - che funziona benissimo, ma che sap- piamo non essere completa perché non spiega de- terminati eventi, come la materia e l’energia oscura; non spiega come mai la massa dell’Higgs sia così piccola, non spiega lo sbilanciamento tra materia e antimateria nell’universo. Sfortunatamente non sappiamo dove la Natura ha messo il prossimo salto e ci troviamo in un territo- rio molto simile alla fisica di fine Ottocento quando, con la scoperta dell’elettromagnetismo e dell’elet- trodinamica, non si riusciva a capire perché le cose non funzionassero. Allora c’era voluta la relatività e la fisica quantistica per compiere il successivo salto. Noi siamo oggi in un territorio molto simile e una delle cose che cer- chiamo di spiegare ai cittadini è che quando si fa ricerca fonda- mentale in modo onesto, una delle cose di cui non si è si- curi è quando si raggiunge- ranno i risultati. In poche parole potremmo andare avanti con l’Lhc e non scoprire nulla di nuovo oppure, già dal pros- simo anno, aprire nuove strade della fisica». INCONTRO CON IL DIRETTORE SERGIO BERTOLUCCI Perché spendere risorse e intelligenze in ricerche che non si concretizzano in risultati pratici per la società e l’uomo comune? Diamo spazio a una conversazione tanto difficile quanto affascinante. LARICERCA, MOTOREVITALE DI P IERGIORGIO P ESCALI Il dottor Sergio Bertolucci, direttore della ricerca e calcolo scientifico, durante l’incontro al Cern. Pagina seguente : uno scor- cio dell’acceleratore Lhc ( Large Hadron Collider) .

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