Missioni Consolata - Dicembre 2014
DOSSIER MC CERN nomeno secondo cui la velocità di allontanamento delle galassie comporta uno spostamento della luce da loro emessa verso il rosso cosa che dimostra la veridicità della Legge di Hubble. Nel 1951, durante la Conferenza di Cosmogonia, il rifiuto del Big Bang si fece più determinato, ma non si trovarono alternative sufficientemente suppor- tate dalla scienza per contrastare l’idea dell’origine dell’universo. Solo dopo la morte di Stalin la co- smologia, l’astrofisica e l’astronomia sovietica co- minciarono ufficialmente ad accettare l’idea del Big Bang. La questione scientifica tenne banco fino al 1965 quando Arno Penzias e Robert Wilson scopri- rono che le loro ricerche erano continuamente dis- turbate da un «rumore» di fondo. Da tre anni i due astronomi avevano notato che un segnale uniforme inquinava il segnale captato dal loro telescopio. Escludendo un difetto tecnico, interferenze urbane o extraterrestri, scoprirono che la radiazione si manteneva costante anche durante le stagioni, eli- minando dunque anche la possibilità che fosse ori- ginata da qualche sorgente del sistema solare. La loro scoperta fu associata al Big Bang da Robert Dicke e James Peebles dell’Università di Princeton, i quali, nell’ Astrophysical Journal del luglio 1965 scrissero che la «palla di fuoco primordiale» in cui la materia cessò di essere in equilibrio termico (i due scienziati non parlarono né di Big Bang, né di creazione o di origine dell’universo) aveva ora la conferma scientifica preconizzata da Georges Edouard Lemaître: la radiazione di fondo. Il Vaticano appoggiò con estrema cautela la tesi del Big Bang sin dall’inizio, anche se, proprio come di- ceva Lemaître, non è una conferma biblica perché, nelle parole di padre José Funes, direttore della Specola Vaticana «Il Big Bang è, sino ad oggi, la mi- gliore spiegazione che abbiamo sulla nascita dell’u- niverso: è comprovata scientificamente da nume- rose osservazioni e non è in contrasto con la fede. La Bibbia non è una spiegazione scientifica del mondo: è stata scritta da uomini ispirati da Dio, mi- gliaia di anni fa». «La vita ha un orologio?» L’interesse per il dialogo tra religione e scienza è aumentato negli ultimi decenni con gran soddisfa- zione anche delle case editrici, che hanno visto mol- tiplicare le vendite di libri che trattano, diretta- mente o indirettamente, temi metafisici come Il Co- dice da Vinci, Harry Potter, Angeli e Demoni , que- st’ultimo parzialmente ambientato al Cern, ma come afferma Sergio Bertolucci «anche se la prima parte del film è sostanzialmente inserita al Cern, non un singolo fotogramma è stato girato al centro di ricerca». E quando l’argomento trattato è troppo specifico e professionale per essere dato in pasto al grande pubblico, ecco che si trovano furbescamente so- prannomi fuorvianti, il cui unico scopo è quello di fare immediata presa sui mass media e pubbliciz- zare un prodotto altrimenti troppo di nicchia. La vi- cenda del bosone di Higgs - il cui appellativo è stato cambiato dalla casa editrice Houghton Mifflin Company di Boston dall’originale Goddam Particle («la particella dannata) a God Particle («la parti- cella di Dio») - è un classico esempio di una malde- stra manipolazione della ricerca scientifica che ri- schia di increspare ulteriormente le acque tra scienza e religione. Come ha giustamente scritto il fisico Vivek Sharma, uno dei protagonisti della ricerca del bo- sone di Higgs: «Detesto il nome “particella di Dio”. Non sono particolarmente religioso, ma trovo il ter- mine offensivo verso coloro che lo sono. Io speri- mento la fisica, non Dio». Ma mettere d’accordo profitto e verità, si sa, è un po’ come ritirarsi in Texas a insegnare evoluzioni- smo ai creazionisti, come si era provocatoriamente prefisso di fare Sheldon Cooper il protagonista della serie The Big Bang Theory . Il Cern resta comunque una preziosa testimo- nianza di convivenza pacifica tra i vari popoli e, an- che chi non è particolarmente interessato alla fi- sica, rimane colpito dalla varietà di culture, lingue, religioni, stili di vita che si intrecciano quotidiana- mente al centro. Si può affermare, in questo caso, che la scienza è ri- uscita a compiere ciò che la religione non ha mai fatto: unire le persone di così tante e varie culture. È pur vero che si parla di persone particolarmente mature dal punto di vista culturale e motivate pro- fessionalmente, ma le differenze culturali, religiose, politiche se le portano comunque appresso ed il fatto che vengano smussate è un traguardo comun- que notevole. «Questo perché la scienza non si basa sulla fede ac- quisita, ma su dati di fatto concreti sui quali si è chiamati a confrontarsi e su cui tutti convergono». spiega Michelangelo Mangano. «Un esempio sono gli studenti palestinesi che lavorano al Cern, i quali sono pagati da borse di studio di fondazioni israe- liane. Inoltre ai vari esperimenti lavorano assieme americani e iraniani, musulmani e ebrei, cattolici e ortodossi». Un centro non solo di fisica, quindi, ma anche di sviluppo di cultura umana per cercare di rispon- dere all’eterna domanda senza risposta: che cosa è la vita? Una risposta l’ha tentata la poetessa Raquel Lanseros una dei sei poeti dell’Accademia mondiale di poesia invitati al Cern per comporre opere ispi- rate all’infinitamente piccolo e all’infinitamente grande: «Un giorno nel futuro, in un posto qual- siasi, un uomo solitario guarderà verso i cieli. Pro- prio come migliaia e milioni di anni prima (se “prima” e “dopo” esistono veramente). La vita ha un orologio? O è la vita il motore dell’orologio?». (1) 10 -35 secondi equivale a 0,000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 01 secondi. Le ere della nascita dell’universo durano, per i primi istanti, miliardesimi di secondo. (2) 10 30 gradi centigradi equivale a 10.000.000.000.000.000. 000.000.000.000.000 gradi celsius. In paragone la temperatura at tuale del centro del Sole è di circa 15.000.000 di gradi centigradi. DICEMBRE 2014 MC 45
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