Missioni Consolata - Dicembre 2014
teologico. Tutto quanto viene proposto in alterna- tiva a questa visione è visto come fumo negli occhi. Una tesi molto diversa da quella formulata da ago- stiniani e francescani ancora nel XIV secolo, che at- tribuisce una doppia proprietà alla luce parlando di luce divina ( lux divina ) e luce contratta ( lux con- tracta ) considerano la prima come la firma perma- nente di Dio del cosmo e la seconda come parteci- pazione limitata della conoscenza di quello stesso Dio tramite la ricerca scientifica. La luce sarebbe l’entità fisica mediatrice tra uomo e Dio, secondo la tesi di Nicola Cusano, teologo e scienziato del XV secolo. L’uomo riuscirà mai a raggiungere il fatidico «Tempo zero», l’istante esatto da cui tutto ha avuto inizio? «Per essere pragmatici stiamo parlando di qualcosa che difficilmente potrà accadere nei pros- simi milioni di anni» chiarisce Michelangelo Man- gano ( la sua intervista sarà in un prossimo numero di MC, ndr ), uno dei massimi fisici teorici che ha dedicato la sua vita allo studio delle particelle deri- vanti dalle collisioni che avvengono all’interno del- l’Lhc. «L’ umanità potrebbe anche non avere tempo di raggiungere un tale traguardo: la comprensione di cosa sia successo a T=0 (il punto esatto in cui si è manifestato il Big Bang, ndr ); qualora anche po- tesse raggiungere questo punto, non vedo uno sce- nario in cui la scienza possa dimostrare che non vi sia alcun intervento divino». In altre parole il versetto biblico «La tua scienza ri- coprì la terra, riempiendola di sentenze difficili» (Sir 47,15) mette alla prova scienziati e ricercatori a cui spetta il compito di «intuire» queste sentenze difficili. Da Einstein a Pierre Teilhard de Chardin Proprio come affermava Albert Einstein, Dio, a dif- ferenza dell’uomo, non gioca a dadi, perché tutto è prestabilito e fissato. Paradossalmente è stato pro- prio questo sottile ragionamento a far rifiutare al grande scienziato ebreo il modello proposto dal Big Bang di un universo in continua evoluzione e lo stesso «principio di indeterminazione» di Heisen- berg, secondo cui ogni oggetto è sia particella che onda e, dunque, non è possibile determinare al tempo stesso posizione e velocità. Einstein rifiutava l’idea che possa esistere qualcosa di indeterminato nell’universo: Dio non può aver creato qualcosa di cui neppure lui può determinare con assoluta certezza tutte le caratteristiche. «Non posso credere nemmeno per un attimo che Dio gio- chi a dadi» scriveva Einstein. «Piantala di dire a Dio che cosa deve fare con i suoi dadi» gli rispon- deva Niels Bohr, altra mente eccelsa della fisica moderna. Paradossalmente, però, è stata proprio la mecca- nica quantistica a creare uno squarcio nel materia- lismo, ridando vigore a chi crede nell’esistenza di Dio. Eugene Wigner, premio Nobel per la fisica, ha detto che il materialismo non è una dottrina che regge dopo l’introduzione della meccanica quanti- stica e la sua dottrina probabilistica. «Il mondo, lungi dall’essere originato dal caos, so- miglia a un libro ordinato. Nonostante elementi ir- razionali, caotici e distruttivi intervenuti nel corso della sua trasformazione, resta leggibile alla mente umana» ha specificato papa Benedetto XVI in un convegno tenutosi nel 2008. È stato per merito di questo papa, fine teologo e scienziato della mente umana, il cui pontificato è stato ingiustamente poco apprezzato, che scienza e fede si sono riavvicinate scatenando le ire di chi si ostina a vedere la scienza come eterno nemico della fede sino ad arrivare a negare anche lo stesso Big Bang adducendo que- stioni puramente ideologiche o dogmatiche. Una bella svolta rispetto all’ Humani generis di Pio XII, che nel 1950 criticava la «temerarietà [di co- loro che] sostengono l’ipotesi monistica e pantei- stica dell’universo soggetto a continua evoluzione». Era, quello, un attacco neppure troppo velato verso il gesuita e scienziato Pierre Teilhard de Chardin, che qualche anno prima aveva cercato di conciliare scienza e religione con la teoria di una Coscienza suprema, il Punto Omega, che vedeva unire le co- scienze attraverso l’evoluzione. Il Punto Omega al- tri non è che Cristo («Dio è dunque l’esito finale del- Un breve tratto del superconduttore magnetico del Large Hadron Collider (Lhc), il più lungo e potente accele- ratore di particelle al mondo.
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