Missioni Consolata - Dicembre 2014

32 MC DICEMBRE 2014 L a Torino dei tuoi tempi poteva vantare degli esempi di santi mica da ridere: ci si sarebbe potuta fare una squadra di calcio con tanto di riserve contando tutte le persone che hanno dato la loro vita per la causa del Vangelo, e a tale ra- gione sono assurti alla gloria degli altari. Altri an- cora hanno vissuto la loro vita cristiana in maniera più nascosta, o forse meno «eroica», e non ven- gono ricordati liturgicamente, ma hanno comunque lasciato un segno che rimane vivo ancora oggi, ere- dità di una vita dedicata a Dio e al servizio dei fra- telli. Alcuni parlano di loro come «santi sociali», proprio per sottolineare il loro forte impegno al ser- vizio dei poveri del tempo, fra i giovani, gli operai, i carcerati, gli ammalati... Molti li hai incontrati tu stesso di persona. In parti- colare non si può non citare le due figure a te più vi- cine, non fosse altro per la comune provenienza, vi- sto che eravate tutti originari di Castelnuovo, in provincia di Asti: Giuseppe Cafasso, tuo zio, e Gio- vanni Bosco. Oggi il tuo paese, adagiato sulle colline del Basso Monferrato astigiano, ha preso il nome di Castelnuovo don Bosco, dal concittadino più fa- moso, anche se dovrebbe essere battezzato «Ca- stelnuovo dei Santi» perché ben quattro (va ag- giunto infatti anche Domenico Savio) sono i santi che lì hanno avuto i loro natali in uno spazio di tempo davvero ristretto. Santi vicini, santi in famiglia, santi le cui vite si sono sfiorate lasciando segni indelebili sulle altrui esi- stenze. Sì, diciamo che sei anche stato un po’ fortu- nato ad avere la possibilità di entrare in contatto con persone di quel calibro. Da loro hai attinto molto, pur conservando una tua precisa personalità, che non si è confusa né con lo spirito, né tantomeno con la missione altrui. Da Giovanni Bosco, anche se sol- tanto per un breve periodo di tempo, sei andato a scuola nell’Oratorio da lui fondato, luogo da cui poi ti sei allontanato alla chetichella, per non dare un di- spiacere a chi ti aveva ospitato fra i suoi ragazzi e che probabilmente, vedendo la pasta di cui eri fatto, aveva iniziato a pensare che un giorno avresti po- tuto dargli una bella mano. Del resto, non lo hai fatto per capriccio (le persone capricciose non ti sono mai andate troppo a genio e non ti sei stancato di ripeterlo in continuazione a tutti coloro che erano affidati alla tua formazione), ma per seguire quella che a te sembrava essere la tua strada, indirizzan- doti verso il Seminario metropolitano di Torino. C arissimo Padre, buon Natale. Uso l’appellativo Padre invece di Canonico (oggi un po’ demodé), o di Rettore (troppo accademico), per sottolineare la paternità spirituale che hai avuto e continui ad avere su di noi, missionari e missionarie della Consolata. Gra- zie per queste pillole di spiritualità che, oggi come ieri, ci aiutano a dare un senso alla nostra vita, per poterne essere i protagonisti e non dei com- primari. I tuoi consigli hanno permesso a missio- nari e missionarie di camminare diritti e spediti durante tanti anni e in moltissime parti del mondo; crediamo che possano servire anche a noi, nella nostra Europa attuale, per riproporci come persone che hanno a cuore il Regno di Dio, e lo vogliono promuovere lì dove si trovano. In fin dei conti, questo è lo spirito con cui abbiamo pro- vato ad assumerle durante questi mesi e chissà se ci aiuteranno ad alzare un po’ il tiro, iniziando da questo periodo natalizio. A Natale si dovrebbe essere tutti più buoni o, come forse suggeriresti tu stesso, un pochino più santi. Ti è sempre piaciuta questa parola: santo. Hai parlato tanto di santità, ma soprattutto hai vissuto in modo da rendere esplicito, visibile, toc- cabile con mano ciò che cercavi di esprimere a pa- role. Hai soprattutto cercato di mostrare che la santità è nient’altro che il coronamento di un cammino nella fede «fatto bene», con rispetto del ruolo che si occupa nel mondo, senza pensare di essere Dio, ma soltanto povere creature che cercano di fare al meglio la Sua volontà (a dirla tutta, se c’è qualcosa che veramente contraddice lo spirito del Natale è proprio questa tendenza a credersi dei padreterni; altro che spirito dell’in- carnazione!). 10. PRIMA DI TUTTO, SANTI Pillole « Allamano» contro il logorio della vita moderna a cura di Ugo Pozzoli

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