Missioni Consolata - Dicembre 2014

sue mani. Nonostante l’immagine di uomo semplice e del popolo, a cui tiene tanto, è - secondo molte fonti - l’uomo più ricco del paese. Un cablogramma dell’ambasciata americana a Minsk, diffuso da Wikileaks , stima il suo patrimonio in 9 miliardi di dollari. Covoni di paglia, boschi, isbe dai comignoli sbilenchi, vacche per strada. Sono i paesaggi dipinti da Chagall, che proprio in questa re- gione nacque e trascorse la sua in- fanzia. Paesaggi in cui gli amanti volano tenendosi per mano e i vio- linisti suonano sui tetti. Ma non c’è più niente di poetico, ora qui. Il villaggio dove scava Marat è a un tiro di schioppo da Navapolatsk. Navapolatsk è una città artificiale. Fu fondata nel 1958 per dare al- loggio alle migliaia di lavoratori della raffineria che stava sorgendo tra i campi di grano. Nata in un battibaleno grazie ai prefabbricati dell’edilizia sovietica che si tira- vano su come i Lego, oggi è una città di quasi 100mila abitanti con ospedali, università e teatri. Ma la Naftan, il complesso industriale che dà da vivere ai suoi abitanti, è persino più grande. Oltre alla raffi- neria comprende una centrale elettrica e diversi stabilimenti dove lavorano migliaia di persone. Come tutte le industrie bielorusse, la Naftan è di proprietà dello stato. Così come la stragrande nuto meno dalla caduta dell’im- pero sovietico. La Bielorussia guarda al futuro, ma nello stesso tempo è appesantita dalla forza gravitazionale di un passato di cui non si è mai del tutto liberata. Lukašenko, padre e padrone La Bielorussia indipendente ha una storia di poco più di vent’anni. Nata col crollo dell’Unione Sovie- tica non si è però mai distinta, a differenza dei vicini paesi baltici, per una particolare voglia di indi- pendenza da Mosca. Le ragioni sono molteplici e sicuramente le- gate alla vicinanza storico cultu- rale tra il popolo bielorusso e quello russo. Ma determinante è stata la guida autoritaria assunta dal suo primo e tuttora unico pre- sidente, Aljaksandr Lukašenka (Aleksandr Lukašenko, nella tra- slitterazione dal russo) che ha sin da subito impedito un’apertura della società civile all’Occidente. Bene o male che sia, sembra che un torpore lungo due decenni af- fligga la Bielorussia castrandone gran parte delle potenzialità. Il regime di Lukašenka, che ama farsi chiamare batka , padre, ha annullato sin da subito ogni oppo- sizione politica, ridotto a zero la li- bertà di stampa e soppresso sul nascere con la forza qualunque contestazione al suo potere. Tutto in Bielorussia è accentrato nelle maggioranza delle terre coltivate (secondo alcune fonti, oltre il 90%), ancora organizzata secondo un sistema di collettivizzazione che non è cambiato dai tempi del- l’Urss. Lo stato in Bielorussia è tutto, e lo stato è batka . Lukašenka è spesso definito l’ul- timo dittatore d’Europa. Alle ul- time elezioni presidenziali del 2010 l’80% dei votanti ha scritto il suo nome sulla scheda, relegando a un misero 2% il secondo candi- dato più votato, Andrej Sannikov. L’esperienza è costata a Sannikov un anno di prigione, prima di rice- vere la grazia da Lukašenka. Ad ogni modo, batka può affrontare serenamente le prossime elezioni del 2015 perché, anche se San- nikov è libero, numerosi altri espo- nenti dell’opposizione riempiono le galere bielorusse. Le elezioni che lo hanno confermato al potere per la quarta volta consecutiva, non diversamente dalle prece- denti, sono state giudicate dall’O- sce lontane dagli standard interna- zionali. Per questo motivo, per aver azzerato l’opposizione poli- tica e per presunte gravi violazioni dei diritti umani, la Bielorussia di Lukašenka è andata incontro alle sanzioni dell’Europa, che hanno colpito il sistema di potere del pre- sidente. Un’economia di miracoli e misteri Un pulmino della Naftan porta Marat e i suoi studenti in città per il giorno libero. È sgangherato e di- mostra più anni di quelli che ha. Forse è perché anche la Naftan è entrata nella lista delle sanzioni europee per gli stretti legami con Lukašenka. Si va alla banja , la sauna russa. Anche la banja è della Naftan, come gran parte delle strutture ricreative di Navapo- latsk. Potrebbe sembrare clau- strofobica una città che vive in funzione di uno stabilimento e in cui quasi tutto appartiene alla fab- BIELORUSSIA 22 MC DICEMBRE 2014 # A sinistra : un’opera di Marc Chagall, pittore celeberrimo nativo della Bielo- russia. Pagina seguente : il presidente Aleksandr Lukašenko (sulla destra) con Vladimir Putin.

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