Missioni Consolata - Dicembre 2014
DICEMBRE 2014 MC 19 MC ARTICOLI # Qui sopra : Lia Govers a Torino. # A sinistra : il volantino del concorso «Storie di guarigione». (un antipsicotico, commerciato in Italia con il nome Zyprexa): a fine 2000 questi due farmaci da soli garantivano metà delle entrate dell’azienda, arrivate a 10,8 mi- liardi di dollari. Il farmaco, un salvagente Ma quale nesso esiste tra farmaco e guarigione? «Il farmaco da solo non guarisce nessuno» dichiara convinto Roberto Rolli. Lui, oggi 65enne, ha combattuto per 25 anni contro una psicosi maniaco- depressiva che l’ha portato a ben 16 ricoveri tra ospedali e strutture psichiatriche, in una delle quali negli anni ’70 è stato anche sotto- posto a elettrochoc senza aneste- sia. «Il farmaco secondo me serve solo come stampella» dice Ro- berto, che per sua scelta continua ad assumere uno stabilizzatore dell’umore anche se dal ’98 non ha più avuto quelle crisi e quei de- liri maniacali che lo portavano a gesti estremi, come entrare in casa sfondando la porta con la motosega o buttarsi nel Po per ri- pescare i documenti gettati un at- timo prima. «Ma la guarigione di- pende da altro, non dalle medi- cine. Nel mio caso, è stato impor- tante aver trovato un bravo psico- terapeuta (il dottor Zamburru, nda ) e mettermi a frequentare i gruppi di auto mutuo aiuto». «Il farmaco funziona come un sal- vagente: se non lo usi, rischi di affogare, ma se lo usi sempre, non impari a nuotare» spiega Tibaldi. «Guarire è imparare a nuotare: quello che dovremmo fare noi specialisti sarebbe offrire il corso di nuoto (e non solo il salva- gente)». Ed è importante che gli iscritti al corso, finché non sanno nuotare da soli, si attengano alle istruzioni di un buon allenatore. «Fuor di metafora, succede spesso che i pazienti, quando ini- ziano a sentirsi meglio, decidano di sospendere di colpo l’uso dei farmaci, senza consultare nes- suno: questa è una scelta contro- producente, perché aumenta il ri- schio delle ricadute. Il salvagente bisogna sgonfiarlo poco alla volta». I fattori che aiutano a guarire Ma cosa significa guarire per un malato psichico? «La guarigione è un percorso in cui la persona ri- prende in mano il controllo della propria vita, acquisendo la chiara consapevolezza della propria esperienza psicotica: Lia oggi sa che quelle erano “voci” e non sue doti telepatiche, come credeva al- l’epoca» spiega Tibaldi. «Non è detto che scompaiano tutti gli aspetti problematici di sé, ma l’e- sperienza passata (pensieri, ri- cordi, sintomi) perde d’invasività, non è più lei a dominare la per- sona, come si vede bene nel finale del film A beautiful mind ». In un certo senso, non ci si libera mai della propria depressione o della propria psicosi, ma la si integra in maniera «sana» entro il proprio modo di esistere. «Non è un tu- more che si toglie, ma una parte che perde di peso e virulenza nella vita mentale della persona, acquistando un diverso signifi- cato». «Tornando all’esperienza di Ro- berto, secondo i protocolli inter- nazionali non lo si può dire “dav- vero” guarito perché continua a usare farmaci, anche se per sua scelta» chiarisce Zamburru. «Ma più che di guarigione - che in psi- chiatria è un concetto labile e sfu- mato, come quello di malattia - interessa parlare di “qualità della vita”. Da questo punto di vista Ro- berto sta decisamente bene: ha smesso di bere, non ha più le crisi, esercita la sua professione di av- © Stefania Garini
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