Missioni Consolata - Dicembre 2014

ITALIA 16 MC DICEMBRE 2014 «I ndagine su un’epidemia. Lo straordinario au- mento delle disabilità psichiatriche nell’epoca del boom degli psicofarmaci» (Fioriti 2013, pp. 368) è il libro inchiesta che nel 2010 ha meritato a Robert Whitaker il premio Investigative Reporters and Editors Association come miglior opera di giornalismo investigativo. Lo studioso americano ci mostra come si «costruisce» un’epidemia, trasformando in disabili psichici anche persone normalissime alle prese con le comuni diffi- coltà della vita: dagli insuccessi scolastici alla perdita del lavoro, dal divorzio al lutto. Persino le persone ti- mide, con la diagnosi di «disturbo d’ansia sociale», sono trasformate in malati, come tali bisognose di medicine. A tutto vantaggio delle case farmaceutiche: se nel 2008 gli Usa spendevano 170 miliardi di dollari per la salute mentale, il doppio rispetto al 2001, la previsione per il 2015 indica una spesa di ben 280 miliardi. Un business che le aziende alimentano divulgando un’ideaviziata della malattia mentale, attribuita a cause puramente biologiche (alti livelli di dopamina nella schizofrenia, bassi livelli di serotonina nella depressione, ecc.) e quindi da trattare farmacologicamente. Peccato, nota Whitaker, che già negli anni ’80 la teoria degli «squilibri chimici» si fosse rivelata priva di basi scientifiche, e che il paradigma più corretto per interpretare queste patologie sia di tipo bio- psico-sociale, non solo or- ganico. L e case farmaceutiche impongono il loro credo attraverso gene- rose elargizioni ai propri opinion leaders : consulenti ricompensati con cachet mi- lionari, medici «convinti» con viaggi e cene di lusso, docenti e ricercatori fidelizzati a furia di prebende. Nel Minnesota, tra i pochi stati ad aver varato leggi di trasparenza al ri- guardo, nel 2006 le aziende hanno distribuito 2,1 milioni di dollari agli psichiatri, circa il doppio rispetto all’anno prima. M a qual è l’efficacia reale degli psicofarmaci? Whitaker prende le mosse da due ricerche: una della Harvard Medical School secondo cui negli ultimi decenni, malgrado il boom degli psicofarmaci, c’è stato un netto peggioramento degli esiti nei pazienti; e un’altra dell’Oms, Organizzazione mondiale della sanità, che, a sorpresa, rivela come l’evoluzione della schizofrenia sia migliore nei paesi poveri an- ziché in quelli sviluppati. Approfondendo la que- stione, si comprende che ciò è dovuto non solo a differenze socioculturali - ad es. nei paesi poveri gli schizofrenici riceverebbero maggior supporto dalle famiglie - ma dal fatto che in questi paesi solo il 16% dei malati assume antipsicotici in modo continuativo. Le ricerche più accreditate sembrano infatti indicare che gli psicofarmaci sono efficaci se somministrati a breve termine; mentre impiegati nel lungo periodo, o addirittura per tutta la vita, possono aumentare i rischi di ricadute. S ulla base delle prove scientifiche e delle testimo- nianze raccolte nel suo libro (incluse interviste a 60 pazienti ed ex pazienti bipolari, schizofrenici o depressi) Whitaker demonizza non l’uso ma l’abuso dei farmaci, invitando gli psichiatri a impiegarli in modo «circoscritto e temporaneo» e a «potenziare l’ascolto dei pazienti» come avviene nella psicoterapia. S.G. Il business delle aziende farmaceutiche Gli «squali» della salute mentale © Tibaldi

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=