Missioni Consolata - Dicembre 2014

DICEMBRE 2014 MC 11 tro l’umanità, detenzione arbitra- ria, esilio, distruzione di proprietà privata, tortura, violazione dei di- ritti civili e politici. Moglie del noto giornalista Jean Dominique (assassinato il 3 aprile del 2000) sottolinea anche gli assalti del re- gime Duvalier alla libertà di espressione e le violazioni al di- ritto dell’informazione. Radio Haiti Inter , di Dominique e Mon- tas il 28 novembre 1980 era stata distrutta dalle milizie di Duvalier e dall’esercito e i giornalisti arre- stati, torturati ed esiliati. Alcune organizzazioni di difesa dei diritti umani si uniscono alle vit- time e, nel febbraio del 2011 fon- dano il «Collettivo contro l’impu- nità». Oltre a protestare contro il ritorno del dittatore, l’obiettivo del Collettivo è fare in modo che Du- valier sia giudicato per crimini con- tro l’umanità e crimini economici. La storica associazione femmini- sta Kay Fanm coordina il Collet- tivo, composto anche dal movi- mento donne haitiane per l’edu- cazione e lo sviluppo (Moufhed), il Centro ecumenico dei diritti umani (Cedh) e la Rete nazionale di difesa dei diritti umani (Rnddh), oltre che da 22 vittime che hanno presentato denuncia. Lotta contro l’impunità Danièle Magloire, sociologa di fama internazionale, membro di Kay Fanm, è la coordinatrice del Collettivo. L’incontriamo a Port-au-Prince al- cuni mesi prima della morte di Duvalier: «Ad Haiti le denunce possono solo essere individuali, ma il Collettivo serve a essere più forti per portare avanti i dossier e, in parallelo, continuare un la- voro di memoria, per ricordare, soprattutto ai giovani che non l’hanno conosciuta, cosa ha fatto la dittatura. E quindi per combat- tere i revisionisti. Per questo fac- ciamo commemorazioni: que- st’anno per il 7 febbraio abbiamo lanciato un sito web: “Haiti lotta contro l’impunità” (www.haitilut- tecontre-impunite.org ). Abbiamo collaborato al film del regista haitiano Arnold Antonin, insieme a una cinquantina di vit- time: Haiti le règne de l’impunité (Haiti il regno dell’impunità)». «Il film presenta una serie di testi- monianze di parenti delle vittime, di vittime sopravvissute alla re- pressione e alle torture durante la dittatura dei Duvalier» scriveva l’agenzia haitiana AlterPresse . «Queste testimonianze presen- tano l’orrore generale di 29 anni di un regime feroce e pongono la questione dell’impunità come uno dei mali più attuali della Re- pubblica di Haiti. Contadini croci- fissi sulla piazza pubblica, famiglie intere represse e decimate, e che per anni hanno atteso o cercato Jean-Claude, all’età di 19 anni, era succeduto al padre François Duva- lier, che aveva «regnato» nel ter- rore dal 1957 alla morte nel 1971. Le vittime del regime dei Duvalier sono almeno 30.000, ma alcune fonti parlano del doppio, senza contare chi moriva sui barconi ten- tando di fuggire dal paese (i boat people ). Oltre alla scia di sangue che Jean-Claude aveva lasciato dietro di sè, fuggendo aveva svuo- tato le casse dello stato: si parla di un miliardo e mezzo di dollari. Emorragia di risorse che aveva tra- scinato nel baratro la già debole economia haitiana e che ha pe- santi conseguenze ancora oggi sulla vita della popolazione. Il ritorno di Duvalier ad Haiti «è un disastro per le vittime e i loro famigliari, per tutti coloro che hanno lottato contro la dittatura» ci confida nel gennaio 2011 padre Jean-Yves Urifié, un missionario francese in prima linea nella lotta per la democrazia. Le vittime denunciano Passato lo sbigottimento iniziale, le prime vittime sporgono denun- cia contro il dittatore. Michèle Montas, giornalista e già porta- voce del segretario generale delle Nazioni unite Ban Ki Moon, è tra le prime. «Occorre che la gente testimoni, per non dimenticare» dichiara all’agenzia AlterPresse , mettendo l’accento sul dovere di memoria. Il 19 gennaio la Montas sporge denuncia per crimini con- MC ARTICOLI # Sopra a sinistra : Jean-Claude Duvalier da giovane, presidente a vita di Haiti. # Qui sopra : François Duvalier, Papa Doc, padre di Jean-Claude. # Qui accanto : festeggiamenti per le strade di Port-au-Prince, il 7 febbraio 1986, dopo la fuga di Jean-Claude. © AFP / Bob Pearson

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