Missioni Consolata - Novembre 2014
Religione monoteista nata nel 1844 in Iran. I suoi fedeli, circa sette milioni sparsi in tutto il mondo, credono in una rivelazione progres- siva di Dio attraverso i suoi profeti. Il suo fon- datore, Bahá’u’lláh, è considerato l’inviato più recente dopo Abramo, Mosé, Krishna, Zoroa- stro, Budda, Cristo e Muhammad. Fin dalla sua origine la fede Baha’í è stata per- seguitata, e ancora oggi molte delle sue comu- nità subiscono gravi limitazioni alla loro libertà religiosa. In questo primo pezzo dei due che MC pubbli- cherà, un fedele baha’i presenta il suo credo. Nel prossimo, le perse- cuzioni che oggi subi- scono nel mondo, e in particolare in Iran. NOVEMBRE 2014 MC 77 RIFLESSIONI E FATTI SULLA LIBERTÀ RELIGIOSA NEL MONDO - 23 Testo di Vittorio Stabile ; foto di © Bahá’íWorld Centre LibertàReligiosa BAHÁ’U’LLÁH: L’ ULTIMO PROFETA L a fede Bahá’í è probabil- mente la meno conosciuta delle religioni mondiali an- che se, secondo diverse fonti, sembra essere una delle più diffuse a livello globale. L’ini- zio di questa fede risale al 23 maggio 1844, giorno in cui nella città di Shiràz, in Persia (Iran), Siyyd Alì Muhammad, detto «Il Báb» («la porta» in arabo), di- chiarò la sua missione divina di preparare i cuori degli uomini alla venuta del Promesso di tutte le religioni. Il Báb suscitò una for- tissima opposizione da parte del clero mussulmano sciita, il quale cercò in tutti i modi di reprimere il movimento che, tra l’altro, de- nunciava il totale degrado della religione e di tutti i suoi ordini, e proponeva una serie di radicali rinnovamenti teologici e sociali. Nonostante la persecuzione, in pochissimi anni il giovane pro- feta attrasse alla propria dottrina numerosi fedeli di tutte le estra- zioni sociali creando nel paese una vera e propria rivoluzione spirituale prima ancora che so- ciale e culturale. I grandi capi re- ligiosi, preoccupati di perdere i propri privilegi e poteri, dopo avere ottenuto il consenso dello Scià, emisero una fatwa di con- danna a morte. Il Báb fu fucilato a 31 anni a Tàbriz il 9 luglio 1850. La decapitazione del movimento alimentò la dedizione e la deter- minazione dei fedeli che affron- tarono in migliaia la stessa sorte di martirio nel giro di pochi anni. Tra i primi martiri della nuova re- ligione vi furono anche molti alti esponenti delle stesse gerarchie sciite. Tra le personalità che all’e- poca subirono il martirio vi fu an- che una donna di nome Tahirih, figlia e nipote di eminenti teo- logi, studiosa e poetessa essa stessa, antesignana dell’emanci- pazione femminile.
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