Missioni Consolata - Novembre 2014
È stato scelto un titolo ambi- zioso per l’Expò che si terrà a Milano dal 1 maggio al 31 ot- tobre 2015: «Nutrire il pia- neta, energia per la vita». Per tradizione le esposizioni univer- sali lasciano dietro di sé un’eredità suggestiva: la torre Eiffel a Parigi nel 1889, il monumento dell’Atomo a Bruxelles nel 1958. Sarebbe magni- fico se l’Expò del 2015 ci conse- gnasse un mondo senza fame, ma questo traguardo sembra ancora lontano, purtroppo. Tuttavia se c’è una possibilità, anche remota, che a Milano si trovino soluzioni, pur par- ziali, alla crisi alimentare e all’emer- genza ambientale, partecipare di- venta un nostro preciso dovere. Gli organizzatori dell’esposizione ita- liana, governo, comune di Milano e Bie, il Bureau International des Expo- sitions , consapevoli della complessità e della vastità delle problematiche che verranno trattate, si sono rivolti anche alle organizzazioni della società civile, sollecitandole a dar vita, ac- canto ai padiglioni dei 144 paesi par- tecipanti, a un Civil Society Pavillon . Un invito valutato con estrema at- tenzione dal terzo settore italiano, reso dubbioso dalla constatazione che nel nostro paese i grandi eventi sono quasi sempre accompagnati da un corredo di malaffare, ritardi e inadeguatezze. S uperando le perplessità, si è de- ciso di raccogliere la sfida e di organizzare e gestire il padi- glione della società civile nella Ca- scina Triulza, il terzo spazio per grandezza all’interno del sito esposi- tivo, imbastendo un palinsesto co- rale, offrendo accoglienza, assicu- rando la partecipazione delle orga- nizzazioni dei cittadini di tutto il mondo. I venti milioni di visitatori, tanti se ne aspettano a Milano, potranno dunque incontrare il volontariato, la solidarietà internazionale, la coope- razione sociale, le iniziative per la tutela del territorio, l’azione in di- fesa dei diritti umani, a partire dal diritto al cibo e alla terra. Potranno, inoltre, conoscere quella parte di umanità che non riesce a far sentire la propria voce nei consessi interna- zionali: i piccoli contadini, le donne, le popolazioni indigene, i rifugiati ambientali. Dobbiamo essere presenti all’Expò perché le nostre organizzazioni ope- rano nei luoghi in cui si manifestano con più virulenza i problemi legati alla nutrizione: nelle zone rurali dei paesi in via di sviluppo dove vive la maggior parte degli affamati, nelle periferie degradate delle megalopoli dove non ci sono le condizioni igie- nico sanitarie per un’alimentazione sana, ma anche nei settori sociali poveri e svantaggiati del mondo in- dustrializzato dove la mancanza di opportunità e di risorse è associata a forme «moderne» di malnutri- zione come l’obesità. L avorando nelle aree della fame, grazie all’esperienza e alla colla- borazione con il mondo scienti- fico, le nostre organizzazioni hanno messo a punto soluzioni innovative per assicurare l’autosufficienza ali- mentare e attivare sistemi di produ- zione agricola sostenibili, come le piantagioni per fermare la desertifi- cazione nel Sahel, l’utilizzo di ener- gia rinnovabile per irrigare o i prepa- rati alimentari per riportare in salute bambini gravemente sottonutriti. Sono le organizzazioni della società civile le prime a denunciare alcune scelte politiche che aggravano il pro- blema. Basti ricordare l’azione sugli aiuti alimentari che ha portato alla Convenzione di Londra ( Food Aid Convention ) del 1999, in base alla quale il reperimento delle derrate deve avvenire nei paesi vicini a quelli colpiti da calamità per raggiungere più rapidamente le popolazioni, op- pure la battaglia per limitare i sussidi miliardari concessi dai paesi indu- strializzati ai propri agricoltori con grave danno per i produttori dei paesi in via di sviluppo. In anni più re- centi, le organizzazioni della società civile hanno messo in guardia dall’ec- cessiva incentivazione della produ- zione di bio carburanti che sottrae terre fertili al fabbisogno alimentare locale o dal land grabbing , l’accapar- ramento di enormi appezzamenti di terra da parte di grandi imprese del- l’agroindustria, per soddisfare i futuri bisogni alimentari dei consumatori ricchi. Infine, appartengono al nostro mondo personalità eminenti, come Vandana Shiva, che con la potenza della parola hanno fatto compren- dere all’ opinione pubblica mondiale il valore della biodiversità, dell’agri- coltura tradizionale e della piccola produzione. Innumerevoli sono le ragioni che le- gittimano la nostra partecipazione all’Expò di Milano, per questo, al di là delle polemiche e delle incer- tezze, ci saremo. EXPÒ2015: SOCIETÀ CIVILE, PRESENTE All’Expò, con un tema come «nutrire il pianeta», la società civile, impegnata con i poveri del mondo, deve esserci. Come anche le associazioni impegnate da anni per la sovranità alimentare e il miglioramento della produzione sostenibile di cibo. Eticamente di Sabina Siniscalchi , Fondazione Culturale Responsabilità Etica PERSONA, ECONOMIA, FINANZA 70 MC NOVEMBRE 2014
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