Missioni Consolata - Novembre 2014
MC ARTICOLI NOVEMBRE 2014 MC 61 # Pagina precedente : celebrazione di mu- sulmani ceceni davanti alla moschea centrale nella capitale Grozny. una cosa lontana nel tempo, ma continua ad avere una rilevanza internazionale, anche al di là delle violazioni che avvengono nel terri- torio. Il fenomeno indipendentista ceceno, laico ai suoi albori, ha preso una dimensione di radicali- smo islamico nella seconda metà degli anni Novanta ed è stato spinto a un’ulteriore radicalizza- zione proprio dalla repressione russa negli anni 2000. L’esperienza di guerra e le difficili condizioni di vita nel paese, nel tempo hanno portato all’inclu- sione di alcuni dei ribelli nelle forze di sicurezza locali fedeli a Kadyrov e di altri nell’esercito russo (tra cui i battaglioni mandati nella guerra in Ossezia del Sud nel 2008). Altri ancora, più recente- mente, si sono spinti a sostenere lo Stato islamico dell’Iraq e del Le- vante (Isis o Isil). A guidare una delle unità più feroci delle milizie di Abu Bakr al-Baghdadi c’è il 28enne Tarkhan Batirashvili, più comunemente conosciuto con il nome di battaglia di Abu Omar al- Shishani che significa «Omar il ce- ceno». Islam e propaganda Per tenere a bada queste perico- lose forze islamiche radicali, il go- verno ceceno si adopera per rafforzare un Islam istituzionaliz- zato. Con l’approvazione del Cremlino la religione è diventata anche un mezzo per mantenere una parvenza di tranquillità. Reli- gione e propaganda sono diventati due cardini di questa manovra persuasiva. Kadyrov veste i panni del sincero musulmano, sovraintende a Grozny alla costruzione di una delle più grandi moschee d’Europa e, pur in contrasto con la legge fe- derale russa, obbliga le donne a portare il velo. Così, se - fino a po- chi anni fa - le donne che si vesti- vano secondo le regole islamiche, erano perseguitate, accusate di estremismo e vicinanza ai gruppi terroristici, discriminate nell’ac- cesso al lavoro e all’università e in generale considerate inaffidabili, ora succede esattamente il contra- rio. Ora le donne a capo scoperto non possono entrare negli uffici pubblici e nelle università. Perfino le bambine di sei anni, che vanno a scuola per la prima volta, sono costrette a portare un fazzoletto in testa. «Tutto ciò che può desiderare un musulmano, è diventato realtà nella Repubblica Cecena», ha di- chiarato Kadyrov nel giugno scorso durante la celebrazione di inizio Ramadan nella moschea centrale di Grozny. I messaggi religiosi rimbalzano in tutto il paese amplificati anche grazie ai social network. Le foto del presidente in atteggiamenti di preghiera o i post a tema religioso, sulla devozione e la tradizione isla- mica del paese, proliferano infatti sul suo profilo Instagram. La fa- mosa applicazione per la condivi- sione di foto e video è un ottimo megafono per la propaganda reli- giosa e politica del governo. Ed è perfettamente in linea con il mas- siccio culto della personalità che il presidente si è costruito in Cece- nia. Il profilo Instagram di Kadyrov gode del seguito di quasi 500mila followers . Nei numerosi post lo si vede ritratto con la mamma, con i sei figli, con la sua pistola d’oro e molti sono «selfie» con celebrità come Ornella Muti o Gérard De- pardieu. Anche ministeri, diparti- menti e agenzie di stampa hanno i loro profili Instagram. Il Cremlino decide L’obiettivo da raggiugere con que- sti messaggi sono i giovani. Molti sono già stati assunti e inquadrati nell’apparato statale: come il sin- daco di Grozny che ha 26 anni e si chiama Islam Kadyrov. Se solo qualche anno fa la gioventù ce- cena era ammassata nei campi profughi delle repubbliche confi- nanti e sognava di crescere al più presto per unirsi alle milizie e ven- dicarsi dei russi, oggi molti sono saltati sul carro delle nuove auto- rità filorusse, inseguendo ric- chezze favolose e incredibili car- riere. Radjap Musaev quando era ra- gazzo viveva in un campo profughi in Inguscezia. La sua storia e testi- monianza di quel periodo fu rac- colta da un giornalista straniero in una videointervista. Il piccolo Radjap raccontò allora del suo so- gno di diventare avvocato e difen- dere il suo popolo e le vittime della Russia. A distanza di qualche anno, dopo il ritorno in Cecenia, Radjap Musaev è diventato un grande sostenitore della Russia. Nominato coordinatore capo in Cecenia dell’organizzazione filo- russa Nashi, è stato poi nominato capo di «Grozny Inform» ( www.grozny-inform.ru ) , princi- pale agenzia di stampa cecena. Oggi a Grozny i sogni d’autonomia sembrano seppelliti. In Cecenia ac- cade solo ciò che è consentito dal Cremlino e la miscela esplosiva di legislazione russa, dispotismo e sharia rende molto difficile capire le regole del gioco. Roberta Bertoldi S CHEDA O BC O SSERVATORIO B ALCANI E C AUCASO N ato nel 2000, con sede a Ro- vereto (Trento), l’«Osservatorio Balcani e Cau- caso» (Obc) si oc- cupa dei paesi del Sudest europeo e di quelli appartenenti all’area postsovie- tica. Segue in totale 26 stati attraverso 50 corrispondenti in loco, che vanno ad aggiungersi a giornalisti, ricercatori e studiosi. L’approccio di lavoro è mul- timediale e multilingue. Il suo portale web raggiunge un pubblico di oltre 130.000 visitatori unici ogni mese. Oltre ai riconosciuti meriti d’informazione e ricerca, l’Obc presenta altre due pecu- liarità di rilievo: è finanziato da entità pubbliche (in primis, dalla Provincia autonoma di Trento) e lavora in moda- lità Copyleft. Sito: www.balcanicaucaso.org Q uesta è la terza puntata della col- laborazione tra Obc e MC, dopo quelle su Transnistria (luglio 2014) e Moldavia (ottobre 2014).
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