Missioni Consolata - Novembre 2014
NOVEMBRE 2014 MC 35 gno. Questi pochi, ma illuminati esempi ci dicono che rifiutare «il non tocca a me» può diventare persino eversivo se ci si crede, se si entra in una dinamica dif- ferente, se si spezza il vincolo del d o-ut-des . Non sfuggono elementi abbastanza contraddittori che caratterizzano il momento attuale e lo rendono complesso, articolato, difficile da decifrare. Da una parte sembra evidente che la gratuità stenta a im- porsi nelle relazioni fra le persone. Tutto va pagato, retribuito, tutto ha un prezzo: ti do se mi dai o, al massimo, darai. Se non s’intravedono possibilità di guadagno, gratificazione, crescita, ci si sgancia: «Non tocca a me, sorry ». Questo, verrebbe da dire, capita anche nelle migliori famiglie! zione dovuta a pigrizia (non ne ho voglia), a igno- ranza non contrastata (non sono capace), alla pre- tesa di un diritto acquisito (non l’ho mai fatto, non vedo perché dovrei farlo ora, non mi compete), ecc. La lista potrebbe essere lunga. Quante meravigliose ragioni per dire: «Non tocca a me!». Nel mondo del lavoro, dove relazioni e competenze sono regolate da un contratto, diventa più difficile uscire da schemi di reciprocità che stanno normal- mente alla base di un qualsiasi accordo fra le parti. Non mancano per fortuna esempi, anche se pochi, di circoli virtuosi operati in alcuni luoghi in cui il datore di lavoro fa un po’ più di quello che gli spetta e il di- pendente non si tira indietro nei momenti del biso- MC RUBRICHE I l 23 settembre scorso, mentre questo numero della rivista era in lavorazione, ci è giunta la notizia della morte di padre Silvano Sabatini, un missiona- rio che in vita sua ha sempre lottato contro il «non tocca a me». Nato a Montese (Mo) da Riccardo e Giudotti Giusep- pina, fa i primi voti come Missionario della Consolata nel 1941, ed è ordinato sacerdote nel 1945. Il 1° gen- naio 1946 parte per il Brasile dove svolge il suo servi- zio a Rio do Oeste, Sa˜o Manoel, Tres de Maio e Sa˜o Paulo fino al 1968. Diventato economo regionale nel 1961, è libero di sostenere, organizzare e partecipare a diverse spedizioni che a Roraima, nell’Amazzonia, cercano un contatto più ravvicinato e autentico con gli indios sia delle vaste pianure (Makuxi, Wapixana, Ingariko) che della foresta (Yanam, Yanomami, Wai- miri-Atroari). Con padre Giovanni Calleri organizza la tragica spedizione che nel 1968 si conclude con il massacro di 9 dei suoi 10 componenti. Provato da questa dura esperienza, nell’ottobre del 1970 ritorna in Italia. Diventa animatore missionario instancabile (Gambettola, Porto san Giorgio, Roma e Torino) con- tagiando tutti con la sua passione per il Vangelo e per la causa dei popoli indigeni. Famosa è la campagna da lui organizzata per la demarcazione delle terre de- gli Yanomami nel 1980. In pochi mesi - senza Internet - raccoglie oltre un milione di firme. Tornato a Ro- raima dal 1990 al 1998, è costretto al rientro dalla perdita progressiva della vista, cosa che non gli impe- disce di continuare a essere vicino fino all’ultimo ai suoi Indios. Oratore appassionante, bravo fotografo, mente sve- glia e lucida e forte senso critico, padre Silvano è stato un missionario senza mezze misure, instanca- bile nella ricerca della verità e della giustizia, innamo- rato del Vangelo, cercatore dei segni del Regno di Dio in mezzo agli uomini. Silvano il tuo lungo cammino su questa terra è termi- nato, riposa in pace. Grazie per gli stimoli che ci hai dato. Grazie per aver camminato con noi. ( Gigi Anataloni ) A padre SILVANO SABATINI 1922-2014
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